.Allo stadio succede anche questo, che un coro volgare e insultante nei confronti di persone omosessuali costi il carcere a tre tifosi: ma non in Italia…
Sabato una maxirissa tra tifosi della Cremonese e della Sampdoria a Genova. In semifinale di Coppa Italia gli insulti razzisti nei confronti di Romelu Lukaku.

Il tutto in una stagione che ha riportato al centro dell’attenzione il problema della sicurezza dentro e fuori dagli stadi in più occasioni: soprattutto dopo gli scontri in autostrada e le risse avvenute in più occasioni e in diverse città, soprattutto a Napoli in occasione della partita con l’Eintracht.
Calcio, arresti dopo gli insulti
Mentre in Italia il problema della violenza e della maleducazione negli stadi è ancora tutto da risolvere, in Inghilterra si continua a usare il pugno di ferro. Sabato scorso a Wolverhampton era in programma la partita di Premier League tra i Wanderers e il Chelsea. La partita si è conclusa 1-0 per i padroni di casa ma è stata festeggiata nel modo peggiore.
A fine gara i tifosi degli Wolves hanno intonato cori omofobi estremamente offensivi nei confronti dei giocatori e dei tifosi del Chelsea. Per la verità i cori erano già cominciati durante la partita. E anche se molti tifosi dei Wanderers li avevano fischiati, sono risuonati sia sul campo che sugli spalti.
Alcuni commissari della Lega hanno ascoltato, preso nota e allertato la polizia che era di stanza allo stadio. Che ha effettuato tre fermi.
Tre arresti e nuove indagini
Il commissariato di West Midlands ha confermato gli arresti a carico di tre sostenitori del Wolverhampton di 32, 24 e 21 anni.
Portati in commissariato per essere riconosciuti sono stati rilasciati dopo alcune ore su cauzione. L’accusa nei loro confronti è “reato di ordine pubblico che ha causato molestie, allarme o angoscia usando parole e comportamenti volgari e minacciosi fomentando l’odio per l’orientamento sessuale”.
Non è la prima volta che la cosa accade in Inghilterra dove il comportamento razzista nei confronti di genere e orientamento sessuale è diventato motivo di denuncia penale dentro e fuori dagli stadi.
La posizione del club
Il Wolverhampton Wanderers dal canto suo ha preso le distanze dai suoi sostenitori: “L’omofobia, come tutte le altre forme di discriminazione, non ha posto nel calcio o nella società, e chiunque si impegni in comportamenti discriminatori commette un reato”, ha dichiarato il club in una nota. Ma l’operazione è solo agli inizi: la polizia ha individuato i tre sostenitori riconoscendoli in fragranza di reato. Nel frattempo ha acquisito le immagini a circuito chiuso per verificare altre responsabilità ed effettuare nuovi arresti.