Calcio italiano in lutto, morto un grande protagonista delle ultime stagioni. Il suo nome è anche legato ad una pagina triste dello sport
Gennaio conferma di essere un mese crudele per il mondo dello sport e in particolare per il calcio. Dopo la tragica scomparsa di Gianluca Vialli, un altro grande protagonista, anche se su piani diversi, degli ultimi anni ora un’altra pessima notizia.

A 79 anni infatti è scomparso Carlo Tavecchio, ex presidente della Federcalcio per tre anni, tra il 2014 e il 2017, che passerà alla storia soprattutto per la mancata qualificazione ai Mondiali. Eppure all’inizio del suo mandato era stato accolto con molto favore.
L’Italia arrivava dalla grandissima delusione dei Mondiali 2014 in Brasile quando la squadra allenata da Cesare Prandelli era uscita dopo il primo turno. Così dopo le dimissioni di Giancarlo Abete era stato testa a testa tra Tavecchio e l’ex milanista Demetrio Albertini: appoggiato da quasi tutta la Serie A, Lotito in testa, ce l’aveva fatta il dirigente comasco.
Era riuscito a convincere Antonio Conte a lasciare la panchina della Juventus, agli Europei 2016 in Francia l’Italia aveva anche giocato bene uscendo ai quarti di finale solo ai rigori, ma poi il tecnico leccese se n’era andato.
Calcio italiano in lutto, morto un grande protagonista: Carlo Tavecchio dal comasco alla Figc
Lì Carlo Tavecchio si era inventato una soluzione che aveva stupito tutti, chiamando Giampiero Ventura che aveva appena lasciato la panchina del Torino. Nel girone, testa a testa perso con la Spagna che si era qualificata. Poi la sconfitta 1-0 in Svezia e il pareggio 0-0 a San Siro al ritorno aveva chiuso i conti. E lui, come Ventura, si era dimesso.
La fine di una carriera lunga nel mondo del calcio che aveva viaggiato parallelamente a quella nel mondo della politica con la Democrazia Cristiana. Aveva cominciato nel suo paese, Ponte Lambro, e per 16 anni era stato presidente dell’ASD Pontelambrese, società dilettantistica. Diventato presidente del Comitato Lombardo nella Lega Nazionale Dilettanti, poi era statoi eletto come presidente nazionale nel 1999 e vice presidente della FIGC nel 2007.

Dopo l’addio alla Federcalcio in realtà era tornato in auge, di nuovo come presidente della LND in Lombardia. Ma ora diversi club di Serie C lo volevano proporre come nuovo numero uno della Lega, segno di quello che ha lasciato.
Carlo Tavecchio e le sue gaffe, una è passata alla storia del calcio e molti non hanno dimenticato
Il nome di Carlo Tavecchio è anche legato ad una serie di gaffe commesse sia prima che soprattutto durante la sua presidenza. Su tutte, una frase pronunciata mentre, già eletto come numero uno della Federcalcio, stava analizzando la situazione delle nostre squadre rispetto alla presunta invasione dei giocatori stranieri.
“Le questioni di accoglienza sono una cosa – aveva detto in pubblico – e quelle del gioco un’altra. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare. Noi invece diciamo che ‘Opti Pobà è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così”.
Successivamente aveva spiegato che si riferiva alla professionalità e al curriculum richiesti in Premier League per i calciatori in arrivo dall’Africa e lui sicuramente non era razzista. Un pensiero condiviso anche dal presidente della Lazio, Claudio Lotito, e che non gli era costato nessuna pena in Italia.

Non così però per la Uefa che gli aveva inflitto 6 mesi di sospensione-inibizione. Avrebbe potuto fare ricorso al Tas, allungando i tempi della decisione finale ma alla fine decise di accettare la pena e fare ammenda.