L’Africa è un continente ricco di storia e non sorprende che vanti una delle più antiche arti marziali esistenti. Il suo variegato paesaggio composto da distese di deserti, giungle lussureggiant, la savana e altri panorami straordinari, si riflette nella diversità delle sue arti marziali, che, assieme a quelle del Medio Oriente e dell’Asia centrale, sono senza dubbio tra le più affascinanti del mondo.
Le prime testimonianze di arti marziali in Africa si riscontrano nelle tombe di Beni Hasan in Egitto, che risalgono tra il 2040 e il 1785 aC, durante il Medio Regno. Nelle tombe, gli archeologi hanno scoperto dipinti di lottatori impegnati in tecniche come pugni, calci, lanci e blocco delle articolazioni.
Ci sono anche prove che suggeriscono che l’antica scherma che faceva uso del bastone, gli egiziani la eseguivano come un omaggio al Faraone. La moderna scherma egiziana, fa uso di un sistema altamente codificato di combattimento, evolvendosi al fine di addestrare le forze armate egiziane per essere sempre efficienti in caso di bisogno.
Molte arzi marziali e varie forme di lotta, sono molto in uso in Africa, e sono tradizionalmente associate a cerimonie agricole e a rituali di corteggiamento, più comunemente in Nigeria, Sudan, Senegal, Camerun e Gambia.
Le arti di combattimento tribali erano originariamente praticate per la sopravvivenza, perché, prima della colonizzazione, il più grande pericolo era la la minaccia da parte di altre tribù. La più celebre delle tribù africane era quella dei guerrieri Zulu del Sud Africa, che ancora oggi rappresenta il più grande gruppo etnico del Sud Africa. Storicamente, la loro arte primaria includeva l’uso di lancia, scudo e mazza, di cui ne hanno fatto un uso intelligente.
Oggi una tra le più praticate arti marziali africane è il dambe, che è una forma di pugilato, praticato dal popolo Hausa, indigeni delle regioni del Sahara in Africa occidentale. Originariamente il dambe era uno stile di lotta ed era conosciuto con il nome di kokawa. La dambe boxe si pensa derivi dall’antica boxe egiziana ed ellenistica. La tradizione è stata mantenuta viva dai macellai e dagli agricoltori, che formavano squadre e organizzavano tornei alla fine del raccolto. La musica tribale e l’uso di amuleti erano elementi importanti nelle lotte tradizionali.
Oggi la maggior parte dei concorrenti sono giovani e i tornei si organizzano nei villaggi più popolati.
– Le regole:
Prima di iniziare, i pugili dambe avvolgono le mani in un pezzo di stoffa, coperto da un cordone annodato strettamente. La gamba è avvolta in una catena, che verrà utilizzata sia per attaccare che per difendersi. I pugili possono usare le mani per afferrare o trattenere e possono utilizzare entrambe le gambe per sferrare calci. Le categorie non sono divise per peso, ma per dimensione degli avversari. Le gare durano tre riprese senza vincolo di tempo.
-Ogni round termina in tre casi:
– per mancanza di attività,
– uno dei due combattenti o l’arbitro pone fine ad esso,
– uno dei due partecipanti tocca il suolo col ginocchio, con la mano o con il corpo il suolo.
Nonostante gli avversari siano selezionati in base alle dimensioni, la dambe boxe è uno sport violento che spesso può portare a lesioni personali anche gravi. I pugili si allenano con i pesi per creare massa muscolare in braccia, gambe e spalle, mentre gli esercizi cardiovascolari sono la chiave per sviluppare agilità e resistenza.
Di certo meno tecniche di quelle asiatiche, queste arti marziali sono senz’altro affascinanti.
Foto da salambau