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Un nuovo inno risuonerà negli stadi in apertura delle partite di tutte le competizioni organizzate dalla Lega Serie A: il brano è stato scritto e composto da Giovanni Allevi ed è stato svelato e fatto ascoltare per la prima volta in assoluto lunedì 27 luglio, in occasione della presentazione del calendario del massimo campionato italiano. Il compositore ha raccontato le ispirazioni e il ‘making of’ dell’inno che a partire dalla prossima Supercoppa Tim a Shanghai accompagnerà le squadre della Serie A Tim al loro ingresso in campo. “L’idea di comporre un inno per le nostre partite nasce dal desiderio di unire due pilastri della cultura italiana che ci identificano nel mondo, l’amore per il calcio e la grande tradizione musicale – ha commentato il presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta -. E’ un onore che un artista come Giovanni Allevi, compositore, pianista e direttore d’orchestra famoso in tutto il mondo, abbia sposato con grande entusiasmo il nostro progetto per la realizzazione del nuovo inno del campionato”.
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Dopo il primo ascolto in diretta però l’inno non ha per nulla convinto, e sono già copiose le critiche arrivate via Twitter e altri social network. A partire da Gene Gnocchi che ha scritto su Twitter “L’inno di Allevi ha messo d’accordo tutte le società: ‘All’ingresso distribuiremo gratuitamente dei tappi per le orecchie'”, Dino Pellegrini ribatte: “Stadi deserti in Serie A? Niente paura, con la nuova ‘O Generosa’ di Allevi si riempiranno di fischi”. Luca Congedo scrive: “Ora la serie A sarà ancora più bella, meno male che il Lecce sta in Lega Pro”. L’utente di Twitter Roger Halsted fa un paragone con il film ‘Il secondo tragico Fantozzi’ scrivendo che “O Generosa di Allevi è come la Corazzata Potemkin”, opinione condivisa da Orso Tifosotto che riporta l’esatto commento di Fantozzi al termine della visione del ‘capolavoro’ proposto dal professor Guidobaldo Maria Riccardelli. Per Giuliana Guizzi “‘O Generosa’ è dedicata alle mogli degli arbitri”, e Maria utilizza il nuovo inno della Serie A come metro di paragone massimo per il disagio. Andrea Saronni è, invece, lapidario: “Io propongo il Daspo per Giovanni Allevi”.