E’ facile cadere nella demagogia dicendo che il motociclismo è uno sport pericoloso. Ma tant’è che gli incidenti, quando capitano, spesso lasciano il segno. Un segno indelebile. Come è successo per Joan Lascorz, 27 anni, pilota spagnolo della Kawasaki, vittima di una rovinosa caduta durante i test sul circuito di Imola.
Lascorz ha subito la frattura della quinta e sesta vertebra cervicale e, nonostante l’intervento subito effettuato da una specializzata equipe chirurgica, con ogni probabilità è destinato alla paralisi. Ma c’è da dire che il quadro è ancora grave al punto che sussiste ancora rischio per la vita.
Non si tratta affatto di notizie positive o incoraggianti per il pilota spagnolo ma le comunicazioni che arrivano dall’ospedale Maggiore di Bologna, dove da ieri è ricoverato, devono rappresentare la realtà dei fatti.
Joan Lascorz si è schiantato a forte velocità contro le barriere del rettilineo tra la Tosa e la Piratella durante i test di lunedì scorso a Imola. Ad intervenire tempestivamente, il team sanitario del circuito e il responsabile medico Giancarlo Caroli che ha deciso, sin dai primi minuti, di trasferire immediatamente il pilota al Maggiore di Bologna con l’eliambulanza avendo intuito la gravità dell’accaduto.
La possibilità, o meglio, la quasi certezza, che il pilota resterà tetraplegico, ha lasciato tutti con l’amaro in bocca. La preoccupazione è per di più ancora maggiore per la stessa vita del pilota.
In queste ore i medici stanno cercando in ogni modo di stabilizzare le condizioni del paziente in modo tale da rendere possibile il trasporto verso Barcellona con un aereo sanitario appositamente attrezzato.
Questi sono i momenti tristi dello sport e delle competizioni. Il pensiero va a tutti coloro che hanno subito gravi incidenti per seguire un sogno e le proprie passioni. In una occasione drammatica come questa, non si può non pensare al compianto Marco Simoncelli, scomparso lo scorso 23 ottobre 2011 sulle piste di Sepang in Malesia all’età di 24 anni. Ovviamente, per Lascorz si spera ardentemente in un destino e in un epilogo diverso.