Come noto l’Italia è un Paese di santi e navigatori. Da oggi aggiungiamo anche traditori, visto che il fenomeno delle scappatelle è in crescita vertiginosa nell’amena penisola. Merito anche delle nuove tecnologie, che facilitano l’incontro con possibili partner: ma qual è la città dove si tradisce di più? Un sondaggio condotto da AshleyMadison.com, uno dei siti di incontri extraconiugali più importanti al mondo, è andato alla ricerca della capitale italiana delle corna. La palma è andata a Torino. Risultato che in qualche modo stupisce.
Capitale anche amministrativa d’Italia per qualche tempo, Torino prende la sua rivincita sulle grandi metropoli come Milano, Roma e Napoli. In realtà è tutto il Piemonte che si prospetta come un eden per tutti coloro che vogliono provare le gioie delle relazioni fedifraghe, molto più di Lazio, Campania o Lombardia, che pure in passato hanno ottenuto gloria in questo particolare settore. Torino, centro nevralgico del Piemonte, diventa quindi capitale delle corna raccogliendo oltre il 40% dei traditori della regione (quasi 10mila nei primi mesi del 2012).
Il dato più significativo ed interessante per noi uomini è però un altro: dalla ricerca emerge chiaramente che a Torino le donne hanno una più alta propensione al tradimento (38% dell’utenza del sito). Ancora una volta poi viene confermato che le zone benestanti sono quelle dove si annidano e intrecciano più relazioni extra-coniugali. Gran parte degli accessi femminili al portale avviene proprio dal centrale quartiere Crocetta, una delle zone residenziali di maggiore prestigio (42% di click femminili), mentre le zone periferiche della città si fermano al 3% degli utenti del sito. Donne in carriera che attendono l’uscita dall’ufficio per incontrare l’amante.
Vediamo allora l’identikit dell’amante torinese, dalle parole dei responsabili del sito: “Se una volta era l’idraulico il terrore dei mariti gelosi e possessivi, ad oggi i nemici dell’armonia familiare torinese hanno redditi da molti zeri. L’infedele tipo appartiene a una classe sociale alta o medio-alta. Si tratta di liberi professionisti, con un buon livello di istruzione. Lo stesso vale anche per le donne”. La percentuale più elevata è composta da imprenditori e top manager che nel 36% sono uomini e nel 14% donne. Tra gli uomini ritroviamo anche avvocati (25%) e medici (19%) mentre tra le donne casalinghe (28%) e infermiere (11%).