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E’ in arrivo il tasto “Non mi piace” su Facebook. Ma è bene fare chiarezza. In effetti non si tratta di un modo per esprimere il vostro scontento o il fatto che ve ne freghiate di una foto o post pubblicato da un vostro contatto. Il tasto “dislike” verrà piuttosto utilizzato come una sorta di “Mi dispiace”, secondo quanto ha voluto intendere Mark Zuckerberg, fondatore del social network più famoso al mondo. Andiamo a vedere le 5 occasioni per utilizzare al meglio questo tasto Non mi piace.
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Ipocondriaci
Chi non ha tra i suoi contatti Facebook una persona che pensa sempre di avere una malattia? Almeno uno ce l’abbiamo tutti. Per quel contatto particolare che condivide sempre stati del tipo “sto male”,… potete sempre premere sul pulsante “Mi dispiace” ed esprimere la vostra compassione.
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Neo mamme
Facebook è anche il luogo in cui le nuove mamme mostrano passo passo l’avanzamento della crescita dei propri bambini, con gli acciacchi che comporta. Ma parliamo più nello specifico di quei genitori fieri di mostrare al mondo i pannolini sporchi dei propri figli. E un bel “Non mi piace” lo vogliamo mettere?
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Amori ossessivi
Stanchi di quelle coppiette super felici che mostrano ogni minuto foto di loro al mare, in montagna, in auto, in negozio o… al letto? Su Facebook se ne vedono ormai di tutti i colori. Ok, sono felici e siamo felici che lo siano. Ma a noi, sinceramente non interessa. Proprio niente. Beccatevi un dislike!
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Basta fotografarsi il proprio corpo
Arriva l’estate e sono lì a fotografarsi ogni parte del proprio corpo. Che sia in spiaggia o a casa, le ragazze (sì, la maggioranza sono ragazze) non esitano un secondo a mostrare la propria parte del corpo ai social in attesa di ricevere mi piace e commenti da parte di maschietti che non aspettano altro.
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I giustizieri
Ormai, tutti s’improvvisano giornalisti. Vuoi per denunciare lo stato degradato delle strade italiane, vuoi per mostrare al mondo che il vicino non sa parcheggiare come si deve, devono sempre fingersi paladini della giustizia. Ok, fanno vedere alla loro cerchia di amici come stanno davvero le cose, ma farlo di continuo non servirà a cambiare la situazione. Se così fosse, lo faremmo anche noi.
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