Sanatoria immigrati 2012: come regolarizzare i lavoratori

sanatoria immigrati 2012

Dal 2012 sono previste numerose novità per quanto riguarda la sanatoria per la regolarizzazione dei lavoratori immigrati. La più importante in assoluto è l’assenza di tetti massimi, che negli anni scorsi facevano scattare una vera e propria corsa allo sportello da parte dei datori di lavoro. Il click day è stato dunque eliminato, ma questo non significa affatto che non vi siano regole precise per accedere alla sanatoria 2012. Vediamole insieme.

Pur non essendoci un tetto massimo, sussiste comunque un termine per la presentazione delle domande, che possono essere presentate dal 15 settembre al 15 ottobre. Alla domanda dovrà essere accompagnato un versamento di 1.000 euro come contributo forfettario, da effettuare tramite modello F24 con elementi identificativi. La data di pagamento andrà inserita nella domanda, quindi si consiglia di effettuarla per tempo. Ultimo chiarimento a tal proposito: il contributo non comprende i contributi Inps, da versare a parte tramite i Mav forniti in seguito dall’istituto previdenziale.

Per poter accedere alla sanatoria, il lavoratore da regolarizzare dovrà essere in Italia almeno dal 31 dicembre 2011. Il costo dell’intera operazione può variare da un minimo di 1.700 euro (nel caso di una colf) a un massimo che potrà anche superare i 7 mila euro (manovale edile di un’impresa artigiana). In base alla tipologia di richiedente, poi, cambiano anche i parametri minimi di reddito del datore di lavoro, con l’unica eccezione del datore di lavoro affetto da patologie o handicap che ne limitano l’autosufficienza, nel caso voglia regolarizzare un lavoratore addetto alla sua assistenza.

Per tutti gli altri, in caso di nucleo familiare composto da un solo soggetto percettore di reddito è necessario avere un reddito imponibile non inferiore a 20 mila euro annui, e qualora il reddito sia inferiore si può includere per la determinazione del reddito anche quello del coniuge o dei parenti fino al 2° grado, anche se non conviventi. In caso di famiglia anagrafica composta da più conviventi il limite di reddito sale a 27mila euro, mentre per tutte le altre tipologie di lavoro (persone fisiche, enti o società) il limite è di 30 mila euro.

Per sapere se la domanda è stata accolta, sarà necessario attendere le comunicazioni dello Sportello Unico per l’immigrazione, che convocherà in caso di esito positivo il datore di lavoro ed il lavoratore per la firma del contratto di soggiorno. Qui il datore di lavoro dovrà esibire la copia della documentazione indicata nella domanda di emersione (ad esempio: passaporto, carta di identità, codice fiscale, dichiarazione reddituale, ricevuta pagamento forfettario, marca da bollo, l’attestazione delle somme dovute al lavoratore e all’Inps, ecc.). Con la firma del contratto di soggiorno si assolve l’obbligo di comunicazione di assunzione all’Inps.