L’Italia è il Paese delle disparità, anche per quanto riguarda la retribuzione da lavoro. La situazione è evidente sia nel confronto tra lavoratori giovani e più esperti, sia tra aziende private e pubblica amministrazione, ma soprattutto nel raffronto tra uomo e donna. A parità di posizione nella gerarchia aziendale e di responsabilità, le donne fino ad oggi hanno sempre guadagnato meno degli uomini. Una situazione cui il governo si è impegnato ad eliminare, attraverso un percorso che porterà alla parità retributiva nel 2016.
L’ultimo baluardo del potere maschile sembra dunque messo in discussione da questa iniziativa che si inserisce nell’ambito della più generale e complessa riforma del lavoro voluta dal ministro Elsa Fornero. Più che della parità degli stipendi, allora, il lavoratore dovrebbe preoccuparsi dell’appiattimento generale delle retribuzioni e dei diritti. L’impressione infatti è che, a riforma approvata, ci troveremo tutti, uomini e donne, allo stesso livello, che però sarà molto inferiore a quello cui ci siamo abituati in tutti questi anni.
Si tratta comunque di una grossa novità, che pone rimedio ad una discriminazione incomprensibile: a partire dal 2016 uomini e donne, a parità di ruolo, dovranno avere lo stesso stipendio, questo il succo dell’impegno preso dal governo su ordine del giorno dell’Italia dei Valori. La proposta è arrivata in commissione Lavoro del Senato ed è stata accolta dal governo, che si è assunto l’impegno di introdurre il vincolo di parità retributiva nell’esame del ddl lavoro.
Non si tratta comunque dell’unica novità. Il governo ha accettato infatti di emanare dei decreti che consentiranno la partecipazioni dei lavoratori agli utili dell’azienda, ma ha anche dato il via libera all’emendamento per reinserire l’esenzione dai ticket per i disoccupati a basso reddito e per i loro familiari, chiudendo la polemica sulla loro cancellazione, bollata come “refuso”. Infine viene ridotto il taglio della deducibilità a fini Irpef dei redditi da locazione, stabilita al 7% dopo un accordo tra governo e maggioranza. Nonostante la riforma sia in dirittura d’arrivo, quindi, i lavori continuano frenetici e non sono da escludere altre novità. Ma secondo voi le donne la meritano questa agognata parità?