Legge Salva-Famiglie, il Governo combatte la bancarotta individuale

bancarotta individuale

Dopo tante mosse impopolari il governo Monti ha finalmente approvato un disegno di legge a favore dei contribuenti. Si tratta di una norma che legifera sul caso di bancarotta individuale, ovvero dei casi in cui le finanze degli italiani vanno in rosso profondo. Osservando i dati delle rilevazioni economiche si percepisce un senso di incertezza crescente tra i contribuenti per quanto riguarda le risorse personali, schiacciate tra nuove tasse e costo della vita sempre più elevato. Questa nuova iniziativa dovrebbe aiutare i debitori a non finire nel baratro della morte civile e finanziaria.

Secondo una stima della Banca d’Italia il 27,7% delle famiglie italiane è indebitato, con un monte totale di debiti che in raggiunge i 43 mila. Per cancellare il proprio debito gli italiani dovrebbero mettere da parte ogni singolo euro guadagnato per 13 mesi di fila, il che significa nessuna spesa neanche per i beni di prima necessità. Pura utopia che di fatto costringe i più a trascinarsi il debito per tutta la vita. C’è però una differenza tra chi ha contratto un debito inevitabile e chi si è concesso “sfizi” al di sopra delle proprie possibilità.

Il disegno di legge infatti si ripromette di aiutare i debitori “meritevoli”, quelli che si sono ritrovati in una situazione imprevista pur non avendo sopravvalutato le proprie possibilità. Per dirla con le parole di Andrea Zoppini, sottosegretario alla Giustizia e padre del provvedimento, “nessun aiuto ai furbi che hanno preso la Ferrari con uno stipendio da impiegato ma nessuna condanna a vita per chi ha preso un televisore a rate o una Panda quando aveva un lavoro regolare”. Bene specificare che il disegno non autorizza la cancellazione dei debiti verso lo Stato, ma solo la rateizzazione, ma alla fine, saldate una parte delle proprie pendenze, il consumatore potrà beneficiare della cancellazione di tutti i suoi debiti.

A questo proposito sono stati previsti due percorsi differenti e alternativi di salvataggio. Vediamo quali sono.

1) Composizione: verranno costituiti degli Organismi di composizione della crisi per fungere da consulenti per tutti coloro che si trovano in situazioni problematiche. Con la loro assistenza, il debitore preparerà un piano di rientro del debito, dove indicherà quanto può e in che modo, mettendo sul piatto anche beni di cui sia proprietario o che pensa di avere in futuro. Il piano andrà poi all’esame del giudice per un giudizio di fattibilità, ottenuto il quale il pano sarà considerato “omologato” e proposto ai creditori. L’omologazione sospende ogni iniziativa ai danni del debitore e se il debitore rispetta i termini, il suo debito totale sarà cancellato. Al giudice spetta inoltre la tutela di creditori speciali come le ex mogli destinatarie di alimenti.

2) Liquidazione: soluzione applicabile nel caso che il debitore sia in possesso di una quantità di beni utile a far fronte a parte dell’emergenza. In questo caso l’intero blocco di beni potrà essere affidato ad un liquidatore che li metterà in vendita con procedura accelerata e senza costi per il proprietario. Anche nel caso che quanto liquidato ricopra solo una fetta dei debiti, quella che resta fuori diventa inesigibile. Anche in questo caso ai percorsi di salvataggio potranno accedere solo coloro che vengono considerati meritevoli, e nel merito il giudice terrà conto anche delle circostanze straordinarie che hanno compromesso le entrate (come malattia o licenziamento).