La Città e la Città di China Miéville

La città e la città di China Miéville

Strano autore davvero China Miéville, a partire dal nome. Si tratta di uno scrittore inglese di romanzi che viaggiano sempre in bilico tra il fantastico, la fantascienza distopica di scuola P.K. Dick e le atmosfere surreali tanto care a Franz Kafka. Un bel miscuglio, che trova la prova della maturità nell’ultimo La Città e la Città.

China Miéville appartiene a quella schiera di scrittori di generi e stili davvero differenti ma uniti nel segno del New Weird, un movimento che cerca di liberare la letteratura fantastica dai cliché di genere stratificati in decenni di romanzi tutti uguali (e tutti più o meno copiati da J.R.R. Tolkien) e spinti da ragioni commerciali più che creative.

Miéville da parte sua ci mette anche le idee progressiste di sinistra, che fanno parte del suo bagaglio personale oltre che culturale (non a caso è parte integrante del Socialist Workers Party inglese). Tutte queste tematiche si riverberano sui suoi scritti, da Un regno in ombra del 1998 fino a La Città e la Città, ultimo in ordine di tempo ad arrivare in Italia.

Miéville deve la sua fama soprattutto ai romanzi ambientati nel mondo fittizio chiamato Bas-Lag, da lui creato e riproposto fino ad ora in tre romanzi davvero interessanti dal titolo Perdido Street Station, La Città delle Navi e Il Treno degli Dei. La Città e la Città ha però tutti i requisiti per diventare in breve tempo il vero capolavoro della sua produzione, merito di uno stile di scrittura molto particolare e di una trama intensa e originale.

La trama si dipana a partire da due città, separate e unite allo stesso tempo, che si trovano in un punto indefinito dell’Europa. Entrambe sono figlie della catastrofe post-sovietica; sono due città sovrapposte, che condividono lo stesso spazio, ognuna con le proprie strade, i propri palazzi, i propri cittadini, la propria storia, la propria identità.

La natura di questa situazione così particolare e un mistero: si tratta di un’anomalia spazio-temporale, un capriccio tecnologico, un errore nella creazione? Non è dato saperlo, e forse si tratta di tutto questo e molto più. Le due città non devono mai entrare in contatto, pur essendo sovrapposte: per un cittadino dell’una il più grave reato è quello di vedere un cittadino dell’altra, e la punizione per chi trasgredisce è certa e impietosa.

Fin dalla nascita allora tutti sono educati a non vedere e a sfuggire ogni forma di contatto con gli altri, nonostante siano lì a portata di mano. Questo fino al giorno in cui viene scoperto un delitto, in una delle due città, e le indagini portano fino all’altra città, e poi oltre, in un’altra realtà che nessuna delle due sembra conoscere, e che forse le trascende entrambe.

Una grande metafora su quel che significa comunicare nell’era della sovraesposizione mediale, dove tutti vedono tutto ma nessuno vede veramente. La Città e la Città è edito da Fanucci Editore al prezzo di € 12,90.