Busta paga flessibile? Ecco le novità dell’accordo di produttività

accordo produttività 2012

Con la firma dell’accordo sulla produttività, il governo ha portato a termine un ulteriore importante passo del suo percorso. L’accordo, siglato insieme a imprese e sindacati, nasce però in qualche modo monco, dato il rifiuto della Cgil di firmare un testo definito ‘deludente’. Pur senza l’approvazione del più grande sindacato d’Italia, comunque, l’accordo produttività contiene alcune novità molto interessanti sulla strada del rilancio della competitività del sistema economico dello stivale (e si parla anche di busta paga flessibile). Non solo, perché i sindacati sono riusciti a strappare promesse per quanto riguarda la detassazione del salario di produttività e la riduzione del cuneo fiscale.

Vediamo allora quali sono i punti principali dell’accordo di produttività siglato da governo e parti sociali.

Detassazione: nella premessa viene chiesto un impegno a governo e imprese affinché venga stabilizzata la detassazione del salario di produttività per i redditi fino a 40mila euro lordi.

Cuneo Fiscale: si ritiene che il sistema fiscale attuale disincentivi investimenti e assunzioni, e vada quindi modificato. Allo stesso tempo, però, si ritiene che esista la disponibilità per ridurre il cuneo fiscale del salario di produttività.

Contrattazione collettiva: alla contrattazione collettiva nazionale spetta il compito di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori. Dovrà, nello specifico, salvaguardare il potere di acquisto dei salari, non più sottoposti a indicizzazioni automatiche ma adeguati alle reali dinamiche economiche (è qui che si inizia a parlare di salario flessibile, che tuttavia trova la sua spiegazione nel punto successivo).

Contrattazione di secondo livello: va potenziata al fine di aumentare la produttività. “Per favorire questo processo è necessario, altresì, incrementare e rendere strutturali, certe e facilmente accessibili tutte le misure fiscali e contributive volte ad incentivare la contrattazione di secondo livello che collega parte della retribuzione al raggiungimento di obiettivi di produttività, di qualità, di redditività, di efficacia, di innovazione, di valorizzazione del lavoro, di efficienza organizzativa e altri elementi rilevanti ai fini del miglioramento della competitività del settore produttivo”.

Rappresentanza: entro il 31 dicembre 2012 bisognerà definire l’accordo che consenta il rapido avvio della procedura per la misurazione della rappresentanza in attuazione a quanto previsto dall’accordo del 28 giugno 2011.

Partecipazione lavoratori nell’impresa: l’accordo intende valorizzare la presenza del lavoratore nell’impresa, rendendolo partecipe nelle fasi di consultazione per aumentare la produttività nello sviluppo dell’azienda. Si cercherà quindi di “monitorare e rendere più omogenee le forme di welfare contrattuale fin qui realizzate con effetti positivi sia per la collettività in cui agiscono che per i lavoratori che ne beneficiano. In questo ambito le Parti ritengono che i contributi che le imprese e lavoratori versano per i sistemi di welfare contrattuale definiti dalla contrattazione collettiva nazionale e/o di secondo livello debbano beneficiare di un regime fiscale e contributivo di vantaggio, a partire dalla previdenza complementare”.

Formazione e occupazione: si punta a un sistema scolastico e formativo che punti concretamente all’occupazione, con il rilancio dell’istruzione tecnico-professionale e un maggior coordinamento tra il sistema della formazione pubblica e privata.

Contrattazione per la produttività: si ritiene necessario che questa forma di contrattazione collettiva dovrà esercitarsi “con piena autonomia su materie oggi regolate in maniera prevalente o esclusiva dalla legge” che incidono sulla produttività stessa (ad esempio equivalenza delle mansioni, integrazione delle competenze ma anche ridefinizione del sistema di orari e della loro distribuzione anche con modelli flessibili)