Al mercato nero si può trovare praticamente qualsiasi cosa, inclusa la benzina. Da quando i prezzi del carburante hanno iniziato la loro ascesa verso vette record, si è creato un vero e proprio mercato parallelo, che secondo gli “esperti” consentirebbe un risparmio di circa 50-60 centesimi al litro. Ovviamente si tratta di benzina fuorilegge, il cui acquisto espone l’automobilista a seri rischi. Anche alla pompa regolare, comunque, truffe e raggiri non mancano. Il risparmio è quindi davvero un guadagno?
Contrabbando di benzina, tutto nasce da un’indagine della Guardia di Finanza, che ha scoperto “un caso di triangolazione internazionale, con due società greche che compravano benzina da una raffineria di Atene e poi la trasportavano in Spagna, attraversando l’Italia. Almeno così dicevano i documenti di viaggio. In realtà, arrivato ad Ancona via nave da Igoumenitsa, il carico si fermava in Italia, veniva stoccato in un deposito clandestino e da lì girato a una serie di distributori che stavano al gioco. Dietro c’era un’organizzazione di 32 persone. Un sistema su larga scala che sta rimpiazzando i vecchi metodi artigianali, ancora utilizzati ma sempre meno centrali”.
Mercato nero, contrabbando, truffe su scala internazionale, ma c’è anche chi si dedica a un sano fai da te, cercando fantasiose soluzioni al problema del costo della benzina. Sia automobilisti che distributori, con il risultato che non si capisce mai chi ci guadagna davvero. Gli esempio, come ricorda il Corriere della Sera, sono tanti, “come il camionista che non svuota del tutto la cisterna al momento della consegna e ricicla un centinaio di litri per ogni viaggio. Come la cresta fatta sulle forniture ai grandi condomini, dove una parte del gasolio viene dirottata altrove, con portieri e amministratori truffati o truffatori. Come il vizio di tagliare il carburante con solventi chimici o altre sostanze. O come il vecchio trucco di manomettere i contatori del distributore, variazione sul tema del salumiere che tarocca la bilancia, con una truffa consumata in due tempi: prima ai danni dell’automobilista che mette nel serbatoio meno benzina di quella che paga; poi ai danni di tutti perché quei litri nascosti vengono venduti un’altra volta, spesso seguendo i canali del contrabbando.
Come prevedibile, i rischi sono seri, e mettono a rischio non solo la stabilità della vettura ma anche la fedina penale, con la Guardia di Finanza a monitorare sul fenomeno con attenzione: “Sui 2.400 distributori ispezionati nelle prime due settimane di agosto sono state trovate irregolarità nel 15% dei casi. Un dato che ha suscitato le proteste della categoria. Ma se è vero che la stragrande maggioranza dei distributori sono corretti è anche vero che il mercato nero è sempre più affollato: tra gennaio e agosto le persone denunciate sono state 540, con un aumento del 14%. E allora si tenta di tutto pur di far perdere le tracce. Il vecchio trucco sui contatori, ad esempio, conosce adesso una versione più raffinata. In un distributore siciliano sono stati trovati alcuni telecomandi nascosti nelle scatole delle mentine. I benzinai li tenevano in tasca e così rallentavano la corsa dei rulli che segnano la quantità di carburante venduto. In provincia di Sondrio sono stati fermati diversi camionisti che avevano a bordo taniche riempite a Livigno, porto franco dove la benzina costa quasi la metà. Senza Iva e accise, la benzina nera costa al litro 50-60 centesimi meno di quella regolare”.