Alla fine, dopo giorni di passione e incertezza, si è chiusa la 68esima Mostra del Cinema di Venezia. L’edizione 2011 del festival più antico del mondo è stato giudicato da gran parte dei critici come la migliore da anni per la qualità delle opere proposte. Alla fine, quasi all’unanimità, l’ha spuntata Faust di Alexander Sokurov.
E’ stato premiato il film meno commerciale del lotto di opere che potevano puntare al Leone d’oro, forse anche proprio per il suo scarso appeal commerciale sulle grandi masse. Faust è un film che non tutti potranno capire e apprezzare, e per questo rischiava di finire nel dimenticatoio senza la giusta pubblicità.
Un gesto giusto quello della giuria presieduta dal regista Darren Aronofsky, che ha compreso come David Cronenberg (in concorso con A Dangerous Method) e Roman Polanski (con la commedia nera Carnage) abbiano comunque la strada spianata nella corsa al botteghino. Insieme a Sokurov, premiato anche il nostrano Crialese.
Emanuele Crialese, che già aveva incantato qualche anno fa con Nuovomondo (Leone d’argento), ottiene qui a Venezia 2011 il premio Speciale della Giuria con Terraferma, il suo triste e attuale apologo sui migranti che dalle coste dell’Africa cercano di raggiungere l’Europa con in tasca il sogno di un mondo migliore. Una sorta di opposto di Nuovomondo, dove erano gli italiani a salpare verso le coste del sogno americano.
Il terzo premio più importante è andato alla Cina, Paese sempre molto amato dai festival di cinema: il Leone d’ argento per la regia l’ha conquistato Shangjun Cai per People Mountain People Sea. Tornando però al vincitore Faust, sono significative le parole che hanno accompagnato il verdetto dei giurati: “Ci sono film che fanno piangere e ridere, che commuovono e cambiano per sempre la nostra vita. Faust è uno di questi”.
Ambientato nel 1800, Faust è una libera interpretazione del mito omonimo, e in particolare delle rivisitazioni letterarie di Goethe e Thomas Mann. Si tratta del quarto tassello della quadrilogia che Sokurov ha dedicato alla forza corruttiva del potere, e viene dopo Moloch, dedicato a Hitler, Taurus, dedicato a Lenin Il sole, dedicato a Hiroito.
C’è chi non ha esitato a proclamarlo uno dei più grandi capolavori degli ultimi decenni, e allora speriamo sinceramente di poter ammirare quest’opera immensa al più presto nelle nostre sale. Sperando che la spinta del Leone d’oro sia effettivamente servita a convincere i distributori e il pubblico, spesso svogliato e distratto.
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