Che bella giornata: nuovo film per Checco Zalone (trailer)

Non c’è dubbio che Checco Zalone sia uno dei personaggi più amati (e di maggior successo) della nuova ondata di comici della televisione italiana. Quella che ormai viene chiamata “generazione Zelig” ha prodotto molti bravi interpreti, ma nessuno ha suscitato tanto clamore quanto Checco, come dimostra il suo nuovo film Che bella giornata.

Uscito il 5 gennaio 2011, Che bella giornata ha subito ottenuto un clamoroso successo al botteghino, inaugurando il nuovo anno con un ottimo risultato per il cinema italiano, laddove nello stesso giorno usciva nelle sale anche l’ultimo capolavoro di Clint Eastwood, Hereafter, che però non ha retto il confronto con la fama del talento pugliese: 2,4 milioni di euro è quanto ha portato a casa Checco Zalone nella prima serata in sala.

Zalone è un fenomeno che andrebbe studiato nelle scuole, perché è riuscito dove pochissimi altri hanno potuto. Spieghiamo meglio: in passato molti (forse troppi) comici di provenienza televisiva hanno provato a fare il grande passo verso il cinema (ricordiamo tra gli altri Ficarra e Picone, i Fichi d’India, Giorgio Panariello), ma i risultati sono stati, nella migliore delle ipotesi, mediocri. I tempi, i ritmi del cinema sono troppo diversi da quelli televisivi: per riuscire bisogna essere fortunati ma anche molto molto bravi.

Evidentemente Checco Zalone è bravo. Anzi, nessuno può mettere in discussione il fatto che sia molto bravo, come comico, come attore e anche come interprete della realtà italiana attuale. E veniamo quindi a Che bella giornata, che non è assolutamente il seguito del suo primo film Cado dalle nubi. Il suo personaggio è sempre lo stesso, e ci troviamo come sempre a Milano, ma il contesto è cambiato: Checco è uno specialista della sicurezza, che sfruttando le sue conoscenze in ambito ecclesiastico riesce ad ottenere un buon lavoro presso il Duomo di Milano. Purtroppo, però, con lui il disastro è dietro l’angolo.

Il tema della raccomandazione e della mediocrità eletta a sistema in Italia è un filo conduttore molto forte, che, sotto la maschera della risata bonaria, non risparmia nessuno, dalle forze dell’ordine alla Chiesa. Meraviglia questo coraggio, anche se, è bene dirlo, non siamo davanti ad un saggio critico. Si ride, si ride molto, anche grazie ai personaggi di contorno ben costruiti. Si parla anche di terrorismo, si parla di pace, di soldati che vanno in guerra per pagare il mutuo. Insomma, anche se sembra un’Italia da farsa, quella descritta in Che bella giornata è l’Italia vera, meschina, gretta, furba, eppure spesso capace di enormi slanci di altruismo. Da vedere, cercando di andare oltre la patina comica. Bravo Checco, hai centrato di nuovo il bersaglio.