Bronson è stato definito da alcuni critici come la risposta del 21esimo secolo ad Arancia Meccanica, capolavoro di Stanley Kubrick, e già questo dovrebbe spingere tutti ad andare a vederlo. Purtroppo, nonostante l’acclamata qualità del film, e nonostante la bravura del regista e sceneggiatore Nicolas Winding Refn, Bronson arriva in Italia con quasi due anni di ritardo sul resto del mondo.
Misteri della distribuzione a parte, la scelta di mandarlo in sala proprio ora ha un motivo ben preciso, e va ricercato nel premio per la miglior regia vinto da Refn al recente Festival di Cannes 2011, con il suo ultimo progetto Drive. Bronson, comunque, per molti rimane il vertice della sua carriera, perché mischia con abilità biografia criminale e thriller teso come una lama di rasoio.
Il film è infatti un biopic, e racconta la vicenda umana e criminale di Michael Gordon Peterson, un personaggio noto a tutto il mondo per l’efferatezza delle sue azioni, tanto da meritarsi in carcere l’appellativo di Charles Bronson, che dal 1987 lo renderà riconoscibile anche al di fuori dei confini britannici.
Bronson nasce e cresce nei quartieri operai delle città britanniche degli anni cinquanta, ma il suo destino è ben lontano dalla quieta routine della periferia. Fin da adolescente inizia a farsi riconoscere tra i coetanei per le sue malefatte, come l’aggressione all’insegnante e ai compagni del liceo. Michael si prepara però a colpi più grossi e, costruitosi un fucile a canne mozze, si presenta all’ufficio postale dove ruba 26.18 sterline.
E’ l’inizio di una escalation di violenza: per il furto Michael è condannato a sette anni di carcere durante i quali manifesta la sua indole irrequieta con ripetute aggressioni e provocazioni ai coinquilini e alle guardie carcerarie. La sua natura violenta non è affatto repressa dall’esperienza della cella, ed anzi si rafforza fino a fargli guadagnare lo pseudonimo Charles Bronson, affibbiatogli dall’impresario dei suoi primi incontri di boxe.
Soprannome che deriva dal nome dell’attore americano diventato negli anni sessanta e settanta figura archetipica dell’uomo duro e puro, violento e con una morale tutta personale. Il film va avanti attraverso numerosi salti cronologici, ci portano fino ai giorni nostri dove Bronson è ancora in carcere per la sua condanna all’ergastolo.
Tom Hardy, l’attore che intepreta Bronson, e che rivedremo nell’attesissimo The Dark Knight Rises, il nuovo capitolo di Batman diretto da Christopher Nolan, è semplicemente perfetto nel ruolo, e regala ulteriore credibilità ad una storia tesa ed appassionante, assolutamente da vedere. Bronson uscirà nelle sale italiane il 10 giugno 2011.