Uno dei film più apprezzati di Ridley Scott è Blade Runner, da molti considerato il suo capolavoro. I fan della pellicola, sono ossessionati da un quesito: Rick Deckard è un replicante?
Una domanda probabilmente destinata a non ricevere una risposta definitiva, non è stata ben affrontata nemmeno nel sequel Blade Runner 2049. Tuttavia gli indizi sono molti, vi evidenziamo i più rilevanti.

La splendida pellicola di Scott ha da poco festeggiato i suoi 40 anni. La domanda più affascinante del cinema, sulla vera identità di Deckard, ossessiona i suoi fan da ben 40 anni. È un dubbio che riguarda solo la pellicola, poiché nel libro di Philip K. Dick, Rick Deckard era considerato un umano. Il protagonista, infatti, aveva superato il test Voight-Kampff, l’interrogatorio per rivelare i replicanti.
In realtà, anche nel film non vi erano grossi dubbi in merito all’identità umana del personaggio di Harrison Ford, la possibilità è stata trattata successivamente, nelle edizioni Director’s Cut e Final Cut del film. Al loro interno vi è la famosa scena dell’unicorno, che va in coppia con la scena finale, in cui Rick trova un unicorno di origami sul pavimento, lasciato lì dal detective Gaff. Questo porta a suggerire che, il detective conosca i sogni di Deckard, facendo di lui un replicante.
Blade Runner, Rick Deckard è un replicante? Analizziamo insieme gli indizi
- Nell’appartamento, Rick Deckard ha numerose fotografie, la maggior parte di essere è molto datata. Nel film viene dichiarato come in effetti i replicanti abbiano un rapporto molto particolare con le fotografie poiché con esse riescono a ricostruire, o a tentare di ricostruire, un passato per loro inesistente.
- Il già sopra citato detective Gaff, non è particolarmente ben disposto nei confronti di Rick Deckard, un fatto curioso, essendo questo un suo collega. Ad un certo punto, nel finale del film, gli dice una frase, un po’ enigmatica nella sua interpretazione, ovvero: “Hai fatto un lavoro da uomo, signore!”

- Ad un certo punto, Rachel domanda a Deckard: “Conosci quel testo, il Voight-Kampff? Lo hai mai fatto?” E non le verrà mai fornita una risposta, in quanto, tornando nella stanza con Deckard, lo troverà addormentato.
- Veniamo all’indizio più importante: in una scena del film, Deckard è sullo sfondo e per un istante si vedono i suoi occhi brillare, una caratteristica tipica dei replicanti. Tuttavia, Harrison Ford ha negato che questo fatto potesse essere legato alla trama, quindi potrebbe essersi semplicemente trattato di un errore di scena, con Ford che accidentalmente avrebbe ‘utilizzato’ parte della luce, riservata in realtà in modo esclusivo agli occhi di Sean Young (Rachel) che si trovava in primo pieno in questo frammento del film.
L’opinione del regista
Ridley Scott ha sempre sostenuto che Rick Deckard sia un replicante e che quindi tutto ciò che è stato inserito nella director’s cut e nel final cut, serviva proprio a portare in quella determinata direzione. A contraddire il regista, tuttavia, vi è il co-sceneggiatore, Hampton Fancher, che ha dichiarato di aver scritto il personaggio come umano. Harrison Ford considera Rick umano, come anche altri personaggi importanti della produzione, ad esempio il direttore artistico David Snyder, o M. Emmet Walsh, che ha interpretato Bryan, e lo stesso Rutger Hauer, che ha interpretato Roy Batty.
Mentre invece, Sud Mead è d’accordo con Ridley Scott e quindi anche per lui, Deckard è un replicante. C’è anche chi si è rifiutato di prendere posizione, come Douglas Trumbull che ha dichiarato di non sapere assolutamente nulla della vera natura di Deckard. Denis Villeneuve, regista di 2049, ha pensato di confonderci ulteriormente dicendo che lo stesso Rick Deckard non ha le idee ben chiare in merito alla sua identità.
In conclusione, l’unica cosa certa è l’immensa bellezza di questo film probabilmente proprio e soprattutto grazie suoi lati oscuri e alle sue numerose domande rimaste in sospeso, che hanno reso questa pellicola tanto affascinante.