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Arriva finalmente nelle nostre sale il 4 febbraio 2011 Biutiful del grande regista Alejandro González Iñárritu. Si tratta di uno dei film più acclamati dell’ultima edizione del Festival del cinema di Cannes 2010. Protagonista di questa storia avvincente è Javier Bardem, la cui interpretazione gli è valsa una candidatura agli Oscar 2011.
Per sottolineare ulteriormente come il fulcro di Biutiful sia Javier Bardem, diciamo anche che per questo ruolo proprio a Cannes 2010 ha ricevuto la Palma d’Oro come migliore attore protagonista (pari merito con il nostro Elio Germano). Per quanto riguarda gli Oscar 2011 (candidato nella stessa categoria) sarà più difficile perché contro ha gente come Colin Firth, Jeff Bridges e James Franco.
D’altra parte Inarritu è un regista che riesce sempre a valorizzare al massimo i suoi attori, spesso acclamati per le prestazioni nei suoi film. Vogliamo solo ricordare Benicio Del Toro, Naomi Watts e Sean Penn in 21 Grammi e Brad Pitt, Gael García Bernal e Cate Blanchett in Babel, che ha anche regalato al regista la Palma come miglior regista a Cannes 2006.
Tutto questo per far capire che quando ci si trova davanti ad un film di Inarritu, c’è sempre la garanzia che si tratti di una storia coinvolgente, ben strutturata e diretta come solo i maestri sanno fare. Biutiful è anche il primo progetto la cui sceneggiatura non porta la firma di Guillermo Arriaga, fedele compagno di viaggio da Amores Perros (a mio parere il suo capolavoro) in poi.
Javier Bardem veste i panni di Uxbal, operaio clandestino che ha due figli, Ana e Mateo che ama profondamente e una moglie, Marambra, con la quale c’è un rapporto conflittuale. Uxbal è uno dei tanti che sopravvive ammassata in tuguri o cerca di far crescere il proprio figlio in condizioni comunque estremamente precarie. Ma Uxbal è diverso da tanti altri, perché sta attendendo la morte, avendo un cancro dal quale non può guarire, né ha i soldi per farlo.
Ambientato in Spagna, e per l’esattezza a Barcellona, Biutiful ha fin dall’inizio una caratteristica evidente che lo differenzia dalle precedenti opere del regista, ovvero la linearità. Inarritu ci ha sempre abituato a diversi piani narrativi, a diverse storie che si intrecciano per mano del destino e che costruiscono un mosaico affascinante quanto complesso. Qui tutto questo non c’è: la storia è una sola, anche se attraverso il simbolo di Uxbal si racconta comunque l’intera umanità dolente degli uomini che lottano quotidianamente per i loro diritti o più semplicemente per il pane.
Biutiful è un film che commuove, ma senza ricorrere ai facili trucchi e alle scene ad effetto di tanti film di maniera. Basta la sola interpretazione di Bardem, davvero perfetto (in fondo l’Oscar lo meriterebbe proprio) e la co-presenza di una città splendida eppure ambigua come Barcellona, a rendere questo film il più maturo del regista. Che abbandona la complessità per raccontare la cosa più complessa di tutte: l’esistenza.
Foto AP/LaPresse