At the End of the Day – Un giorno senza fine si è trasformato in poco tempo in un vero e proprio caso cinematografico. Si tratta infatti di un film a tutti gli effetti italiano, ma ben lontano dalle logiche del cinema nostrano, sia come impostazione sia come scelte produttive.
Un caso che, si spera, potrà fare scuola per dare respiro internazionale al nostro cinema. Il regista è Cosimo Alemà, già autore di video musicali di artisti come Mina, Gianna Nannini e Ligabue, al suo esordio al cinema. Con le idee però subito molto chiare: il casting è stato svolto a Londra e il film è recitato in inglese, ottimo modo per farsi conoscere anche all’estero.
E infatti non c’è voluto molto perché all’estero si accorgessero di At the End of the Day, che arriverà nelle sale italiane il 22 luglio 2011 e sarà poi distribuito in tutto il mondo: Francia, Inghilterra, Usa e Canada grazie alla Universal, e Australia via Paramount. Un grande successo, prima ancora di uscire.
Anche a livello tematico il film si distacca nettamente dalle solite storie raccontate dagli autori italiani. Ci troviamo più dalle parti del cinema indipendente anglosassone, e la storia si muove tra thriller e horror (nel senso lato del termine). Il tutto è autoprodotto e low budget, ma questo dal trailer davvero non si nota.
Il film racconta le disavventure di un gruppo di ragazzi, che in una giornata assolata decide di svagarsi con una partita di Soft-Air in un’enigmatica foresta e che alla fine si ritrova ad ingaggiare una sanguinosa guerra con degli ex militari fuori controllo. Il Soft-Air è gioco di squadra che simula le tattiche e gli scontri militari con fucili giocattolo, ma la guerra finta si trasformerà in guerra vera.
L’idea alla base del film ricorda quella di un altro film indipendente molto interessante, ovvero Severance – Tagli al personale del 2006, in cui alcuni dipendenti di un’azienda che produce armi vengono mandati in team building in un bosco remoto, e troveranno anche lì dei militari fuori di testa pronti a torturarli e farli fuori. Il tono era però grottesco, mentre Cosimo Alemà punta decisamente sulla tensione.
Il trailer riporta la dicitura “tratto da una storia vera”. Si tratta di una mezza verità: è sì un espediente cinematografico, ma prende spunto da eventi che sono accaduti, seppure non in questa maniera. Come spiega il regista “dopo che avevo avuto l’idea ho fatto delle ricerche e mi sono reso conto che negli anni ’90 nei Balcani ci sono stati diversi episodi simili a quelli che racconto nel mio film, avvenimenti violenti ad opera di ex militari. Significa che il meccanismo della guerra non è un gioco ed è difficilmente disinnescabile”.