Ucraina, morto un giornalista, colpito dai razzi russi a Bakhmut

Alle vittime civili denunciate ieri dalle autorità, si aggiunge anche un giornalista francese colpito nei pressi di Bakhmut da un razzo che ha colpito una zona non militare dell’Ucraina

Si chiamava Arman Soldin ed era uno dei molti inviati di guerra, osservatori pacifici e testimoni di una guerra orrenda. Sono le voci e le immagini di chi alla guerra si rivolge solo attraverso le televisioni e le notizie di agenzia.

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Arman Soldin, il cronista della AFP ucciso in Ucraina – Credit AFP (QNM)

Arman Soldin aveva 32 anni. Da diversi giorni era a Bakhmut. I razzi russi lo hanno ucciso nei pressi di Chasiv Yar. Stava visitando con una scorta di soldati ucraini una zona dove si trovavano alcuni sfollati.

Ucraina, il giornalista ucciso

Soldin lavorava da solo. Era quello che si definisce un telereporter. Lui e la sua telecamera erano inseparabili. Utilizzava una newswire, con la quale girava immagini che trasferiva ai server della sua agenzia, la France Press ogni volta che riusciva a trovare una connessione disponibile. Lavorava letteralmente dalla mattina alla sera, in qualsiasi condizione, anche la più estrema. Ma questa – diceva – era la sua missione.

Di tanto in tanto riusciva anche a postare immagini tenere di bambini e di gatti, una delle sue passioni. Erano la sua normalità in una autentica galleria degli orrori.

Soldin aveva testimoniato con le sue immagini numerose vittime civili ed era stato tra i primi a riportare il rapimento di molti bambini aprendo quella che poi è diventata una grande inchiesta internazionale sui bimbi ucraini deportati in campi militari russi.

Undici vittime tra i giornalisti

Secondo le informazioni condivise dalla sua troupe, tre persone ferite una delle quali in modo grave, Soldin è stato colpito da un razzo durante uno dei tanti bombardamenti russi con i missili Grad in tutta la zona.

“Siamo devastati dalla notizia della morte di Arman – ha detto il presidente dell’AFP Fabrice Fries – questo lutto è un terribile promemoria dei rischi e dei pericoli affrontati che ogni giorno i giornalisti che coprono il conflitto in Ucraina devono affrontare”.

Arman Soldin era nato a Sarajevo in piena guerra civile, ma era cittadino francese. Aveva iniziato a lavorare a Roma, poi era stato assunto a Londra ed era arrivato a Kiev fin dal febbraio del 2022. Era riuscito a tornare a casa una sola volta. Da settembre era impiegato sul fronte orientale, il più drammatico.

Secondo le stime i giornalisti caduti in Ucraina sono almeno 11. Ma sono dati riportati da Reporters Senza Frontiere e dal Committee for the Protection of Journalists (CPJ).