Turchia, dopo i costruttori è partita la caccia ai giornalisti

Il Governo turco, che ha arrestato oltre 184 costruttori, ora sta fermando diversi giornalisti, accusati di reati incredibili

Le maglie della giustizia turca si fanno sempre più strette. Il terremoto che ha portato morti, distruzione e terrore, si è trascinato dietro anche una lunga serie di polemiche. E di arresti. La macchina della giustizia turca si è immediatamente mossa, portando in carcere diversi costruttori. Uno dei più noti in tutto il Paese, è stato prelevato mentre cercava di prendere un aereo e uscire dalla nazione. Ma oltre ai costruttori (sono circa 184 quelli arrestati nei giorni scorsi), in Turchia c’è un’altra categoria che è sotto osservazione da parte delle forze dell’ordine. Ed è a forte rischio: si tratta dei giornalisti.

Turchia
Numerosi i giornalisti arrestati in Turchia – Qnm.it –

Intorno alla vicenda legata al terremoto, si è infatti alzato un vero e proprio muro interno: il Governo sta guardando con molta attenzione il modo in cui vengono diffuse le notizie, puntando l’indice contro la stampa. Ad andarci di mezzo, sono molto spesso i giornalisti. Chi diffonde notizie (considerate non veritiere), rischia fino a tre anni di carcere. Una vicenda grottesca, che non fa che aumentare l’attenzione dei media sulla Turchia.

Un giornalista freelance, Mir Ali Koçer è sotto inchiesta ed accusato di aver diffuso notizie false sul terremoto. Kocer, che al momento del sisma si trovava a 250 km dall’epicentro, ha preso macchina fotografica, microfono e taccuino, ed ha iniziato ad intervistare i sopravvissuti, regalando uno spaccato di sofferenza e rabbia della popolazione. Ora rischia grosso. Secondo quanto raccontato dalla Bbc, il suo nome è unito a quello di altri quattro giornalisti, che si trovano nelle stesse condizioni. I gruppi per la libertà di stampa affermano inoltre che decine di altre persone sono state arrestate, prese di mira o bloccate dall’informare sul sisma. Kocer sui social aveva affermato di essere rimasto sotto shock: “Quando  tenevo il microfono, dietro o davanti alla telecamera, non riuscivo a trattenere le lacrime”, ha raccontato.

Polemiche infinite

Terremoto
Non si placano le polemiche in Turchia dopo il terremoto – Qnm.it –

Il giornalista è stato raggiunto da un avviso che gli ordinava di recarsi alla più vicina stazione di Polizia, per rilasciare una dichiarazione. Una volta lì, gli è stato riferito di essere indagato  ai sensi di una legge sulla disinformazione introdotta di recente. Kocer ha spiegato che la polizia lo ha interrogato sul suo lavoro sul terremoto, e lo ha accusato di aver diffuso informazioni false. Reporter Senza Frontiere (Rsf) ha definito “assurda” l’indagine contro Kocer e ha esortato le autorità a ritirarla.

Secondo gli esperti è quasi impossibile risalire al numero esatto di persone che sono state accusate per reati legati all’informazione durante il terremoto. La scorsa settimana e autorità locali avevano affermato di aver bloccato 135 persone, ree di aver pubblicato sui social  “post provocatori” e di averne arrestate 25, ma le loro identità non sono state rivelate.