Shanghai, cartello shock in metro: “Donne vestite sexy, sarete molestate”

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Di solito sono le pubblicità occidentali a proporre messaggi che creano polemiche, ma questa volta ci trasferiamo in Cina, dove sta facendo molto discutere una comunicazione ufficiale, un cartello affisso nella metropolitana di Shanghai. Un avvertimento per tutte le donne che, seguaci della moda e dei costumi occidentali, dovessero vestirsi in maniera troppo scollata e provocante. Il senso del messaggio è senza mezzi termini: le donne che indossano vestiti sexy potrebbero essere molestate, quindi è meglio coprirsi.

Il manifesto è apparso sulla linea 2 della metropolitana della popolosa cinese, per rafforzare l’avvertimento ed evitare fraintendimenti, propone oltre alla scritta anche una foto di una giovane donna agghindata con una gonna trasparente. Noi che siamo abituati a vedere ben altro per le nostre strade potremmo anche sorridere nel vedere questo cartello, ma nella morigerata Repubblica Popolare Cinese basta molto meno per scatenare gli impulsi irrefrenabili degli uomini.

Insomma, il testo realizzato dai responsabili dei trasporti vorrebbe avere un intento pedagogico, riportando le donne al contegno della tradizione: “Vestirsi in questo modo renderebbe insolito per una donna non essere molestata. Ci possono essere dei pervertiti sulla metropolitana ed è difficile allontanarli. Per favore, signore, abbiate rispetto di voi stesse”. Ovviamente sono bastate poche ore perché la polemica coinvolgesse anche il web. Non solo, però, perché in metropolitana sono apparsi i cartelli di risposta delle signore passeggere, che non ci stanno e contestano questa visione maschilista.

“Posso essere volgare, ma tu non mi puoi molestare”. Il dibattito è ancora aperto, e ripropone dei temi che anche qui in Italia abbiamo già trattato in tempi non troppo lontani. C’è ancora chi ritiene che le donne vestite in maniera troppo scollata o provocante in qualche modo “se la vadano a cercare”. Non bisogna andare fino in Cina per sentire frasi del genere, ma certo che “istituzionalizzare” questo pensiero con un cartello, questo sì che ci mancava ancora.