Re delle aringhe: pesce gigante filmato vivo per la prima volta [VIDEO & FOTO]

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Il re delle aringhe viene ripreso vivo per la prima volta nella storia, ed è un gran giorno per gli appassionati di scienze. Gli abissi sono una continua fonte di misteri appassionanti, e non ci riferiamo solo al mito di Atlantide ma anche ai tanti esseri che popolano le profondità di mari e oceani, solo raramente concedendosi allo sguardo degli esseri umani. I Regalecidi (nome scientifico, ma conosciuti anche come Oarfish) rientrano in questa meravigliosa categoria di ‘mostri’, lunghi pesci pelagici molto diffusi nelle acque oceaniche temperate e tropicali ma praticamente impossibili da avvistare vivi. Nella famiglia dei Regalecidi spicca proprio il ‘re delle aringhe’ così chiamato per le sue dimensioni, che farebbero la gioia dei registi di horror marini.

Il Regalecus glesne (termine con cui gli esperti si riferiscono al re in questione) è entrato di diritto nel Guinness dei Primati qualche anno fa per essere il più lungo pesce osseo vivente. Si stima che i re delle aringhe possano raggiungere gli 11 metri di lunghezza e, anche se fino ad oggi gli unici esemplari morti ritrovati non erano più lunghi di 3 metri, un avvistamento al largo pare ne abbia addirittura localizzato uno di 17 metri. Cifre spaventose se rapportate a un pesce, che ne hanno fatto quindi il perfetto esempio di mostri degli abissi che popolano l’immaginario comune, nonostante il Regalecus sia assolutamente innocuo per l’uomo. Ad accendere gli animi anche il particolare curioso che questi pesci arrivano in superficie solo quando morti o spiaggiati a causa di tempeste.

Aver ripreso un esemplare vivo nel suo habitat naturale è quindi impresa unica al mondo: è accaduto nel Golfo del Messico, dove già negli ultimi anni il re delle aringhe era stato avvistato per ben quattro volte, senza mai essere immortalato dalla telecamera. C’è voluto un robot marino dotato di sofisticate attrezzature di registrazione e una discesa negli inferi a ben 463 metri di profondità per raggiungere infine il risultato. Il video, realizzato tra 2009 e 2011 ma diffuso solo ora dal SERPENT Project (Scientific and Environmental ROV Partnership using Existing iNdustrial Technology), è diventato subito un fenomeno virale, portando di nuovo alla memoria le vecchie storie raccontate dai pescatori. Storie che parlano di serpenti marini che risalgono dagli abissi e che hanno dato poi vita a miti come quello del mostro di Lock Ness. Pensate al re delle aringhe, la prossima volta che vi tuffate in acqua per un refrigerante bagno nel mare.