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Chi pensava che i vulcani da lungo tempo in letargo fossero destinati a dormire per sempre, senza pericolo per le popolazioni che vivono nelle loro vicinanze dovrà ricredersi leggendo questa notizia. Il vulcano Puyehue, parte della catena vulcanica di Cordon Caulle in Cile, è tornato in vita dopo oltre 50 anni dall’ultima eruzione.
Per tutti gli osservatori esterni si tratta senza dubbio di uno spettacolo memorabile, evidenziato dalle immagini incredibili che stanno già facendo il giro del mondo, mentre per gli abitanti della zona un giorno qualsiasi si è trasformato presto in incubo: l’eruzione ha prodotto infatti una colonna di fumo di 10 chilometri che ha investito centri abitati anche lontani dall’epicentro.
Le autorità cilene hanno immediatamente ordinato lo sgombero di circa 3.500 persone dalle località alle pendici del vulcano, che si trova a circa 870 chilometri a sud di Santiago ed è parte di un complesso che comprende numerosi altri vulcani più o meno attivo.
Tanto per comprendere la portata di questa storica eruzione, che prosegue senza dare segni di cedimento, basta un semplice dato, fornito questa volta dalle autorità argentine: Villa Langostura e Bariloche, due note località turistiche dell’Argentina, distanti oltre cento chilometri dal vulcano, sono state colpite da una pioggia di ceneri che ha quasi oscurato la visuale, rendendole di fatto città fantasma.
Crisi non solo in Cile, dunque, visto che gli aeroporti vicino alle due località argentine sono stati chiusi, e le autorità raccomandano di non uscire con le auto. Intanto nelle farmacie incominciano a scarseggiare le mascherine per agevolare la respirazione, così come nei negozi i beni di prima necessità. Per ordine del governo della presidente Cristina Fernandez de Kirchner, l’esercito sta preparando l’invio di personale specializzato, mezzi di trasporto e impianti di acqua potabile, al fine di assistere la popolazione locale.
Insomma, la notizia viene seguita con grande attenzione anche in Italia, visto che tutto questo accade proprio mentre tra la popolazione continua a crescere la tensione dovuta al risveglio del vulcano sommerso Marsili, che ha provocato frane sottomarine innescate prevalentemente da terremoti avvenuti anche in aree distanti dalla costa nel Tirreno Meridionale-Stretto di Messina-Sicilia Orientale.
Intanto godiamoci lo spettacolo dell’eruzione del vulcano Puyehue, sperando di non dover vedere scene simili anche dalle nostre parti (a Napoli ad esempio il Vesuvio dorme anch’esso da un bel po’ di tempo).