E’ stato ratificato un nuovo accordo collettivo, che porterà i giocatori a guadagnare di più, ma a giocare più match. Ecco la novità
Un accordo rivoluzionario e che porterà benefici ai club e ai giocatori più rappresentativi. Un nuovo scenario si sta delineando all’interno del mondo dello sport professionistico, che porterà a giocare più gare e a far guadagnare cifre più alte ai club, attraverso sponsorizzazioni più forti e alle stelle.

L’era di maggior successo finanziario nella storia della NBA continuerà ininterrottamente per almeno altri sei anni, dopo che la lega e i suoi giocatori hanno raggiunto un accordo di contrattazione collettiva che entrerà in vigore questa estate. Ci è voluto più di un anno di trattative, con l’intensità e le aspettative in crescita negli ultimi giorni, prima della stretta di mano definitiva. “La NBA e la National Basketball Players Association hanno raggiunto un accordo di contrattazione collettiva, in attesa della ratifica da parte di giocatori e governatori delle squadre”, è stato l’unico commento della lega. Tecnicamente, sarà un accordo di sette anni, anche se entrambe le parti possono rinunciare un anno prima.
80 partite ad agosto
Ma cosa accadrà nel mondo dell’Nba? Intanto ci sarà un torneo in-season, uno scenario che il commissario Adam Silver ha voluto per anni. Salvo una modifica al piano attuale, le squadre avranno un programma di 80 partite per la prossima stagione ad agosto. Quelle 80 partite includeranno gare di “torneo” – probabilmente quattro – che conteranno nella classifica della stagione regolare. Tutte le squadre avranno altre due gare in più, che porteranno al numero di 82 partite disputate; Le due squadre che accederanno alla finale del torneo giocheranno una partita numero 83 che non conterà in classifica. I giocatori dovranno apparire in almeno 65 partite per poter beneficiare dei migliori premi individuali come Most Valuable Player; il valore massimo delle proroghe dei contratti aumenterà; E un terzo contratto a due vie sarà ora disponibile per le squadre, che potrebbero potenzialmente vedere le dimensioni dei roster crescere da 17 a 18.

Alcune squadre volevano il cosiddetto “limite massimo di spesa” che avrebbe essenzialmente portato ad un tetto assoluto su ciò che può essere speso ogni stagione e aiutare a bilanciare il campo di gioco tra le squadre che sono disposte a pagare enormi tasse – come i campioni NBA in carica Golden State Warriors – e quelle che non lo sono. “I giocatori perdono di nuovo … Le squadre di medio e basso spettro non spendono perché non vogliono”, ha scritto Draymond Green di Golden State su Twitter. “Vogliono perdere. Quindi aumentare le loro capacità di spesa, solo per aumentarle. Continuano a tagliare il centro. E questo è ciò per cui ci siamo affrettati a fare un accordo?” Il presidente della National Basketball Players Association CJ McCollum, guardia dei New Orleans Pelicans, ha detto di accogliere con favore i contributi di tutti i giocatori, ma ha sottolineato: “Non puoi rendere tutti felici. È impossibile. “Devi essere in grado di fare ciò che è meglio per il collettivo”, ha detto McCollum dopo che i Pelicans hanno sconfitto i Los Angeles Clippers sabato sera. “Ci sono 450 giocatori e 450 opinioni diverse, me compreso. … Si tratta di trovare un mezzo felice in certe aree”.