Misteriosi oggetti dal passato: artefatti di origine aliena? [FOTO]

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Siamo soli nell’universo? Questa domanda assilla scienziati e appassionati di fantascienza da secoli ma, fino ad oggi, nessuno è stato in grado di confermare o confutare l’ipotesi che esistono altre forme di vita oltre all’essere umano. La cronaca è ricca di episodi di presunti contatti con entità aliene e di avvistamenti di Ufo ed extraterrestri nei cieli e per le strade del mondo. Scettici e ‘credenti’ si scontrano portando validi argomenti razionali a sostegno della loro tesi, ma c’è qualcosa che né gli uni né gli altri riescono a spiegare: i misteriosi oggetti del passato di origine ignota o che, a rigore di logica, non dovrebbero essere dove sono. Coincidenze o si tratta di artefatti di origine aliena?

La maggior parte di questi oggetti cui ci riferiamo vengono inclusi in una categoria nota come Oopart (acronimo per Out Of Place ARTifact). Si tratta di oggetti appartenenti a civiltà ed epoche lontane nel tempo (dai Maya al Medioevo) e di varia natura, ritrovati o comunque raffigurati in dipinti e pittogrammi preistorici. Artefatti che, data la loro complessità ‘tecnologica’, risultano del tutto fuori luogo nell’epoca cui appartengono. Una stranezza che sfida tutte le leggi fisiche, chimiche e sociali e rappresenta un’ossessione per gli studiosi, che non sono in grado di spiegare l’anomalia. Al tempo stesso questi oggetti inducono all’ottimismo quanti ritengono che, da qualche parte nella storia dell’umanità, le antiche civiltà siano entrate in contatto con entità aliene. Extraterrestri che hanno portato a noi la loro conoscenza a più riprese, ogni volta sparendo poi nel nulla.

A dire il vero c’è anche chi utilizza gli Oopart per dare corpo a fantasiose teorie sulla possibilità del viaggio nel tempo, ma l’ipotesi alieni al confronto pare molto più razionale e concreta. Partiamo dagli oggetti concreti ritrovati all’interno di scavi e in qualche modo non spiegabili secondo le nostre conoscenze storiche. Uno dei casi più clamorosi riguarda il cosiddetto Petradox (conosciuto anche come Enigmalito), una strana roccia porosa che sembra contenere al suo interno un componente elettronico simile ad una spina a tre piedi. Ritrovato dal veterano John J. Williams nel 1998, ha subito attirato le accuse di quanti ritengono si tratti di un falso. Analisi approfondite hanno però confermato che la spina non è stata attaccata alla roccia ma è incorporata in essa. La sua origine ci riporta indietro di almeno 100mila anni e la sua natura è tuttora sconosciuta. Così come lo sono le misteriose statuette di astronavi pre-colombiane o l’enorme testa di roccia ritrovata nel 1930 in Guatemala, che non somiglia a nulla di quanto ritrovato tra i resti delle civiltà antiche della zona.

Se gli oggetti ritrovati rappresentano una sfida intellettuale eccezionale, non sono da meno le raffigurazioni che troviamo sulle pareti delle caverne, negli antichi templi o su manufatti delle civiltà che furono. Un esempio recente sono gli artefatti Maya ritrovati nel sito di Calakmul, che raffigurano senza dubbio alcuno astronavi e astronauti e che si vanno ad aggiungere a simili testimonianze ritrovate in luoghi molto diversi come l’estremo oriente, i siti dell’antico Egitto e persino le caverne dell’Africa. Tutte mostrano Oopart che vanno dalle macchine volanti a sistemi elettrici passando per pratiche mediche ad alto contenuto tecnologico. Anche se ci avviciniamo a noi arrivando al 1500 possiamo trovare strani oggetti. Mettendo da parte i misteri su Leonardo Da Vinci, i due esempi più famosi sono il dipinto ‘La disputa dell’Eucarestia‘ di Ventura Salimbeni (che mostra la Santa Trinità alle prese con un oggetto che sembra un satellite) e l’arazzo ‘Il trionfo dell’estate‘ creato a Bruges nel 1538 (nel cielo sullo sfondo sono evidenti alcuni dischi volanti). Cosa vogliono dirci queste incongruenze?