Micich: “Per anni è stata nascosta la verità sulle Foibe. Ora tutto è cambiato”

Nel Giorno del ricordo, Qnm.it ha ascoltato Marino Micich, direttore dell’Archivio del Museo Storico di Fiume: “Un dovere mantenere vivo il ricordo”

Nel corso degli anni ha raccolto testimonianze, foto e reperti di migliaia di persone. Ne ha conservato il ricordo e il terrore, ponendosi come primo obiettivo, quello di evitare che venga dimenticata una delle tragedie più grandi e vergognose che ha colpito il nostro Paese. Marino Micich è il direttore dell’Archivio del Museo Storico di Fiume. Da anni cerca di mantenere vivo il pensiero di migliaia di italiani uccisi dall’esercito di Tito e gettati nelle Foibe. “Dal 2004, quando è stata istituita la Legge n.92 è cambiata la situazione e fortunatamente sulla vicenda si sono accesi diversi riflettori.

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La verità sulle Foibe raccontata dal responsabile del Museo di Fiume – Qnm.it –

Micich, perchè secondo lei, per anni, è calato questo silenzio intorno alle Foibe e al destino degli esuli?
“Il movimento di interesse alla storia europea è cambiato con il crollo del muro di Berlino del 1989 e lo sfaldamento dei regimi comunisti nell’est europeo. Siccome anche la Jugoslavia si è sfaldata, è finita una pregiudiziale ideologica, che poneva la storia delle Foibe e dell’esodo in campo contrario ai regimi comunisti”.

Veniva quindi vista come una battaglia ideologica?
“Certo! Per anni è stata considerata una materia ideologica, strumentale, una sorta di lotta politica. Da una parte c’erano quelli che volevano ricordare le vittime e i sacrifici degli esuli, dall’altra si era formato un gruppo avverso, che ancora oggi è protagonista di fenomeni di negazionismo e giustificazionismo. Persone che vorrebbero spiegare le Foibe come una risposta al Fascismo”.

E non è così?
“Assolutamente no. Il Fascismo e il Nazismo sono stati sconfitti a maggio del 1945. Quello che è accaduto in Istria, Fiume e Dalmazia e nell’est europeo, è stata una rivoluzione comunista che ha eliminato alla base i nemici di classe: i borghesi, gli imprenditori i vescovi, i religiosi. C’è stata una rivoluzione, durante gli anni della pace. Questo non si è mai potuto dire chiaramente. Non si tratta di una risposta al fascismo, le Foibe e l’esodo sono una manifestazione del rigore delle dittature comuniste nell’est europeo. In questo caso si trattava della Jugoslavia di Tito. La nostra comunità è stata testimone tragica di questa politica repressiva, che è durata per diversi anni: gli ultimi esuli sono riusciti ad andare via nel 1959. Questo purtroppo si conosce poco e noi lo stiamo divulgando.

“La contrapposizione al fascismo non c’entra nulla”

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Marino Micich, direttore del Museo di Fiume – Qnm.it –

Oggi fortunatamente la situazione sembra essere cambiata.
“Stamattina siamo stati al Quirinale con il Presidente della Repubblica Mattarella, poi incontreremo il Ministro Sangiuliano. Tanti impegni importanti: ieri eravamo in Campidoglio con il sindaco Gualtieri e ci saranno tanti appuntamenti negli istituti di Roma. Rispetto al passato siamo distanti anni luce. Le scuole e le Università stanno parlando di questa storia. Io stesso ho organizzato un Master Universitario sulla tragedia delle Foibe e dell’Esodo e la storia del confine orientale. Ci sono passi in avanti, a tutti i livelli”.

Gestendo l’Archivio storico del Museo di Fiume, si sarà spesso trovato di fronte a tanti reperti. Riuscite ancora a trovarne di nuovi?
“Nel materiale che abbiamo, ci sono archivi ancora da studiare. Stiamo catalogando tanto materiale: abbiamo un archivio di Fiume e dei fiumani sparsi in tutta Italia. Purtroppo i fondi sono sempre pochi, ma cerchiamo di fare il possibile. Io ho pubblicato un libro dove spieghiamo tante questioni. Ogni piccolo mattoncino per far conoscere a tutti questa vicenda, è fondamentale”.