Si svolgeranno domani, lunedì, nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo a Roma i funerali di Maurizio Costanzo, incessante il tributo di amici e colleghi
Mentre tutte le reti Mediaset propongono a rotazione immagini di commiato e saluto che ricordano Maurizio Costanzo, prosegue l’omaggio di tante star della tv e della cultura italiana, ma anche di gente comune, nei confronti del conduttore e giornalista esposto nella camera ardente allestita al Campidoglio.

Sospesa tutta la programmazione dei prodotti realizzati dalla sua società, la Fascino, che condivideva con la moglie Maria De Filippi. Ieri il tradizionale show pomeridiano del sabato di “Amici” è stato sostituito da alcune fiction. In prima serata “C’è posta per te” ha lasciato spazio a due tra i programmi più popolari mai realizzati nell’ambito del Maurizio Costanzo Show. Prima lo speciale dedicato a Vittorio Gassman, Alberto Sordi e Monica Vitti – da cui il titolo “In rigoroso ordine alfabetico”, prodotto nel 1999. Poi lo show dei Tre Tenori. Il primo, quello del 1998, con Raimondo Vianello, Mike Bongiorno e Corrado, che era già malato e sarebbe deceduto di lì a qualche mese.
Maurizio Costanzo e la morte
Maurizio Costanzo aveva avuto modo di parlare spesso della sua morte, sempre con tono estremamente autoironico, quasi sarcastico e sfrontato. Recentemente aveva dichiarato che il matrimonio con Maria De Filippi fosse quello giusto, perché era lei l’unica donna dalla quale avrebbe voluto farsi reggere la mano fino all’ultimo istante. Ma molti, molti anni fa, aveva scherzato sulla propria morte con quello che è stato uno dei suoi più grandi amici in vita: Paolo Villaggio.
L’amico Paolo Villaggio
Villaggio e Costanzo si erano conosciuti quando non erano ancora famosi, per la verità nemmeno popolari. Poco più che ventenne Costanzo era a Genova come redattore di cronaca nera per il quotidiano pomeridiano Corriere Mercantile. Siamo a cavallo tra gli anni ‘50 e ’60. Un periodo di formazione importante, in una città estremamente dinamica dal punto di vista culturale e creativo che gli insegnerà molto anche nella sua passione che lo porterà a comporre musica e scrivere testi.
É qui che conosce un impiegato stralunato con un notevole talento comico. É proprio Paolo Villaggio che alterna le sue giornate tra un normale lavoro da dipendente di una azienda parastatale (quella che nei suoi film sarebbe poi diventata La Megaditta) a serate nei club come cabarettista. Villaggio era una delle star genovesi della compagnia goliardica Mario Baistrocchi, una vera e propria istituzione cittadina.
La genesi di Fracchia
I due si conoscono, stringono grande amicizia e cominciano a lavorare assieme ad alcuni dei personaggi di Paolo Villaggio. Il primo, nel giro di pochi anni, proprio grazie ad alcune intuizioni di Costanzo che aveva collaborato alla sua personalizzazione e ai testi, diventa un’enorme successo. É il ragionier Giandomenico Fracchia, che farà la sua prima comparsa in televisione in RAI, nel 1969, per poi diventare un film con Luciano Salce e un grandissimo successo cinematografico anni ’80 (Fracchia la belva umana) un autentico cult movie con Anna Mazzamauro e Lino Banfi.
Villaggio e Costanzo resteranno amici per tutta la vita. Non solo, fu proprio il comico genovese il primo ospite in assoluto della prima edizione della prima edizione del Maurizio Costanzo Show quando il programma veniva ancora registrato in un piccolo studio della Salaria e non al Teatro Parioli.
“Ci parlo io al tuo funerale”
In una puntata di alcuni anni fa Villaggio aveva esorcizzato il concetto del trapasso offrendosi personalmente di leggere l’elogio funebre di Maurizio Costanzo che ovviamente aveva preso la cosa con il solito feroce sarcasmo. Villaggio è scomparso nel 2017. Le sue apparizioni da Costanzo, sia per lo show che in occasione di numerose altre occasioni televisive, sono state costanti e continue.
Costanzo e Villaggio scherzano sulla loro morte: era il 1994