Germano Dottori, Consigliere scientifico di Limes ed autore de La visione di Trump, Salerno Editrice, in esclusiva a Qnm.it
“Mi vogliono fermare ad ogni costo, l’America sta andando all’inferno ma noi la faremo grande di nuovo”, promette Donald Trump nel discorso fatto ai suoi seguaci dopo l’arresto a New York. L’ex presidente degli Stati Uniti promette battaglia e vuole andare fino in fondo, forte di un appoggio incondizionato del suo elettorato e per nulla scalfito dalle accuse. Ma che tipo di situazione si sta verificando negli Stati Uniti? Cosa accadrà ora e soprattutto, come giudicare l’atteggiamento di Donald Trump alla luce del comportamento assunto ieri e oggi?

Germano Dottori, Consigliere scientifico di Limes ed autore de La visione di Trump, Salerno Editrice, risponde in esclusiva per Qnm.it, a tutte queste domande. “Tra le varie opzioni che Trump aveva nei giorni scorsi, alla fine ha prevalso quella più prudente. L’ex Presidente ha deciso infatti di costituirsi, invece di rimanere a Mar-e-Lago, circostanza questa che avrebbe obbligato la procura distrettuale di Manhattan a chiedere al governatore della Florida, Ron DeSantis, l’estradizione del magnate. Trump si è presentato davanti al giudice rinunciando anche a parlare in pubblico prima e dopo la sua apparizione nella corte newyorkese: ha aspettato di essere nuovamente tra le mura di casa per farlo”.
Secondo Dottori, “è chiaro che deve essere stato consigliato in questa direzione dai suoi legali, che debbono avergli raccomandato di assumere un profilo più basso di quello che Trump immaginava di tenere, andando a costituirsi. Se ha senso provare a desumere ciò che è accaduto dalla postura fisica dell’ex Presidente, l’impressione è che si sia trovato in una situazione assai più complessa di quella originariamente immaginata”. Le accuse verso Trump sono tante e ben articolate. “I capi d’imputazione sono 34 e riguardano non soltanto la vita privata del magnate, ma anche reati contabili che vengono commessi assai di frequente dai cosiddetti “colletti bianchi” della City. Non gli è ancora stato contestato alcun reato politico, ma la strada è a questo punto aperta. Non sono infatti escluse ulteriori iniziative, dal momento che i dossier aperti sono numerosi ed incastrare Trump è una prospettiva che fa gola a molti magistrati a loro volta in cerca della rielezione”.

Cosa accadrà ora? “La sensazione è che Trump intenda lottare, ma da ieri sia più debole, malgrado l’impennata fatta registrare dai sondaggi in suo favore. Il dato di fondo che lo inchioda resta lo stesso del 2020: il 40% degli elettori potenziali lo segue, l’altro 60% lo avversa. E per tornare alla Casa Bianca Trump dovrebbe riconquistarne una parte. Non semplice. Specialmente se si pensa che le prossime udienze sono previste a partire da dicembre, quando cioè sarà imminente l’inizio delle primarie repubblicane.