L’esperto dell’Ingv: “Ecco cosa è accaduto in Turchia”

In esclusiva a Qnm.it il sismologo Samer Bagh spiega: “In quella zona ci sono già stati terremoti fortissimi, che hanno causato numerose vittime”

Il bilancio delle vittime del terremoto che ha sconvolto la Turchia continua a salire. Il sisma ha colpito la parte a sud del Paese e la zona nord-ovest della Siria, portando morti e distruzione. Per fare luce su quanto è accaduto e provare a capire le particolarità di quel territorio, Qnm.it ha ascoltato in esclusiva il parere del sismologo Samer Bagh, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Terremoto
L’esperto sul terremoto in Turchia. Ecco la verità – Qnm.it –

Dott. Bagh, che terremoto è stato quello che ha distrutto parte della Turchia?

“Il terremoto è stato di magnitudo 7.8, avvenuto a sud della Turchia vicino al confine con la Siria. La struttura geologica, responsabile del terremoto, è la faglia Est-Anatolica: una struttura sismogenetica dove si scontrano il blocco tettonico arabico e quello anatolico. Come si sa dalla Tettonica delle Placche lo scontro tra due blocchi tettonici causa l’accumulo progressivo dello sforzo tettonico che ad un certo punto viene rilasciata sotto forma di terremoto”.

Cosa ha differenziato questo terremoto, da altri?

“La particolarità della zona epicentrale dove è avvenuto il terremoto è che si tratta di un punto triplo dove convergono il blocco arabico, anatolico ed africano, quindi si tratta di una zona di concentrazione di enorme sforzo tettonico. Inoltre, in prossimità dell’area epicentrale del terremoto si scontrano la faglia Est-Anatolica con il sistema di faglie del Mar Morto, che separa il blocco arabico da quello africano. Dopo la scossa di magnitudo 7.8 ce ne sono stati altri tre molto forti, oltre ad una ventina di eventi sismici a magnitudo maggiore di 5”.

Qualcuno ha detto che si è trattato di uno dei terremoti più forti della storia. Può essere catalogato così?

“Direi proprio di no. Basti pensare che ogni anno avvengono uno o due terremoti nel mondo con magnitudo 8. Non si tratta di uno dei più forti: i due esempi che possiamo ricordare in questo luogo sono il terremoto del Cile avvenuto nel 1960 ed era di magnitudo 9.5, ed il terremoto del 2014 in Sumatra a magnitudo 9.3. Sicuramente su quella struttura, la faglia Est-Anatolica, il sisma in questione potrebbe essere il più grande, tenendo conto di tutta la sismicità storica di questa struttura”.

Quella zona era considerata a rischio?

“Assolutamente si. In quella faglia ci sono stati diversi terremoti: nel 1138 ce ne fu uno, con magnitudo equivalente 7.1, nella zona di Aleppo, la città siriana vicina al confine con la Turchia. Nel 1822 avviene nella stessa zona un altro terremoto con magnitudo equivalente 7.0 che causa tra 20.000 e 60.000 vittime. Da ricordare anche che dal 1970 ci sono stati tre terremoti su quella struttura a magnitudo maggiore di sei. In conclusione la faglia Est-Anatolica, che corre dal Mediterraneo al Mar Nero, è ben conosciuta, ed è una struttura studiatissima dal punto di vista sismologico e geologico.

Era una zona a rischio

Samer Bagh, dell’Ingv commenta il terremoto in Turchia – Qnm.it –

Per quale motivo?

“La grandezza del terremoto in termini di magnitudo è legata in primo luogo alle dimensioni della struttura sismogenetica. La struttura sismogenetica che ha generato il terremoto è di grandi dimensioni molto lunga (oltre 200 km) e larga (ca 25 km), di conseguenza su questa struttura sono previste terremoti di grande magnitudo. D’altro lato gli studi di spostamento del terreno, basati su movimenti rilevati dai satelliti, mettono in evidenza che quella zona è soggetta ad uno spostamento annuale di circa due o tre millimetri all’anno, indicando un’evidente attività tettonica. Tutti fattori che incidono sulla potenzialità di generare forti terremoti”.

Il rischio tsunami, anche per il nostro Paese, è stato evitato?

“La struttura sismogenetica in questione, la faglia Est-Anatolica, non è legata alle strutture sismogenetiche italiane. Semmai, potevano rischiare le strutture geologiche adiacenti: come quelle del Mar Morto. Le zone a nord-ovest della Siria potevano/potrebbero tuttora avere qualche preoccupazione. In Italia, direi che non c’è nessuna influenza diretta. Il centro allerta Tsunami era in allerta per tutta la notte. In Cipro e Turchia sono stati registrati dei piccoli cambiamenti del livello del mare, ma fortunatamente l’allerta si è chiusa”.