L’aeroporto è il ‘non luogo’ per eccellenza, dove si incrociano per un istante i destini di migliaia di persone, per poi disperdersi dopo un breve contatto visivo. Gli aeroporti son affascinanti anche perché ripropongono, in un ambiente ristretto, dinamiche e ruoli sociali. Se siete in attesa dell’imbarco e non avete nulla da fare, allora, un gioco interessante può essere quello di riconoscere le diverse tipologie di persone che popolano un aeroporto. Alcune sono divertenti altre semplicemente insopportabili. Stereotipi viventi che possono trasformare quelle poche ore in aeroporto un inferno. Per se stessi e per gli altri.
QUELLO ANSIOSO: sempre di corsa anche quando ha 2 ore di anticipo sull’imbarco, mette in agitazione tutta la fila del check-in con la sua totale assenza di speranza. Per lui arrivare all’aeroporto mezza giornata prima dell’imbarco è un dovere morale.
QUELLO IMPREPARATO: c’è sempre in aeroporto un passeggero che pare non aver mai viaggiato, anche se ha più miglia di un dirigente d’azienda. Costui dimentica regolarmente la carta d’imbarco, non conosce le misure del bagaglio a mano e non ha idea di dove si trovi il suo gate.
QUELLO PREPOTENTE: magari ha prenotato il posto su un volo Ryanair ed è convinto di avere più diritti di un passeggero di business su un volo intercontinentale. Tenta sempre di saltare la fila e all’imbarco fa di tutto per passare davanti alle famiglie con bambini.
QUELLO IMBRANATO: si presenta ai controlli con 10 euro in monetine in tasca, una bottiglia d’acqua che non sa che dovrà lasciare, le creme per il viso oltre il limite consentito… ma soprattutto continua a suonare passando sotto il metal detector, neanche fosse Robocop.
QUELLO SPAVENTATO: questa è la categoria peggiore da gestire, perché ha una tale paura di volare da riuscire a coinvolgere nel suo panico assoluto anche gli estranei. Passa le ore a chiedersi chi glielo ha fatto fare, che magari era meglio prendere il treno o starsene a casa. Quando sale sull’aereo, poi, vorresti abbatterlo con un fucile spara sonniferi.
QUELLO ESIBIZIONISTA: prende un volo per andare a trovare la mamma ma sembra che debba partecipare alla settimana della moda di New York. Di solito si tratta di donne, vestite come modelle appena scese dalla passerella, anche se molto spesso non hanno un fisico che glielo consenta. Si guardano intorno nella speranza (spesso vana) di essere al centro dell’attenzione.
QUELLO IN CARRIERA: vestito in doppio petto, il colletto bianco dell’aeroporto è colui che non deve chiedere mai. E infatti parla ad alta voce al telefono, facendo conoscere a tutti i dati di bilancio della sua azienda. Non solo, perché occupa almeno 3 posti a sedere in sala d’attesa: uno per lui, uno per il suo trolley griffato e uno per l’immancabile giacca e le riviste economiche che non leggerà mai.
QUELLO AMICO DI TUTTI: viaggia da solo ma non si rassegna a sprecare il tempo senza attaccare bottone con chiunque capiti a tiro. Di solito non ha nulla di eclatante da raccontare, ma sente la necessità di riempire il silenzio con le consuete banalità sul clima o sulla vita. Purtroppo non si rende minimamente conto del disturbo che arreca agli altri. L’unica soluzione? Cuffie e mp3 a palla.
QUELLO ESALTATO: ha sempre la situazione in pugno, le carte di imbarco al posto giusto, la valigia delle misure perfette. Può permettersi il lusso di arrivare all’ultimo istante perché non deve perdere tempo a guardarsi intorno, sapendo esattamente dove si trova il suo gate. Condiziona chiunque abbia la sventura di viaggiare con lui. E non sia mai il volo venga rimandato o cancellato! Sempre pronto a trascinare il popolo alla rivolta.
QUELLO CHE VIVE IN AEROPORTO: passa poche ore in aeroporto ma è convinto che sia casa sua. Per questo motivo si sente in diritto di togliersi le scarpe, stravaccarsi sulle panchine neanche fossero un divano, spargere le sue cose in giro e parlare ad alta voce. Il peggio lo raggiunge quando si reca in bagno per una toeletta completa, dalla barba al lavaggio ascelle.