Si è conclusa con l’assoluzione una vicenda che stava facendo discutere all’interno del mondo delle Forza dell’Ordine
Una sentenza destinata a scuotere il mondo della Polizia. La denuncia-querela presentata da un Dirigente della Polizia di Stato contro uno dei propri rappresentanti sindacali, si è conclusa con l’assoluzione dell’imputato. Per la soddisfazione dei rappresentanti sindacali. “E’ la conferma che il nostro lavoro è giusto e che rientra nel sacrosanto diritto di critica sindacale”, esulta Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere, il principale sindacato delle Forze dell’ordine.

La denuncia era partita dopo la pubblicazione di un comunicato sindacale dal titolo “Cambio della Guardia”, riportante la firma del dirigente sindacale legato alla sigla sindacale Italia Celere. La questione aveva portato imbarazzo e polemiche: in dubbio vi era una sorta di principio di libertà di critica interna. La denuncia non era stata vista di buon occhio all’interno del mondo della Polizia. Ma la sentenza ha ripristinato la situazione. A seguito del dibattimento, con l’esame della persona offesa e dell’imputato P.L.C. – il quale ha spiegato le ragioni della pubblicazione del volantino ed il contesto in cui questo era stato inquadrato – nonchè effettuata la discussione finale da parte del difensore Fabiani, anche il P.M. ha chiesto l’assoluzione in quanto il contenuto espresso nel volantino rientra nel diritto di critica sindacale.
Pertanto il Tribunale di Ancona, nella persona del Giudice per il Dibattimento Dott.essa Tiziana Fancello, si è espresso conformemente pronunciando sentenza di assoluzione ex art. 530 C.p.p., ovvero assolvendo il poliziotto e sindacalista in quanto la sua attività rientra nella legittima critica sindacale. Il risultato ottenuto con la pronuncia di totale assoluzione ha rappresentato un enorme motivo di soddisfazione professionale per il dirigente sindacale ed il legale e, parimenti, per il Sindacato Italia Celere che “con orgoglio e gioia condivide una pronuncia che rappresenta l’affermazione del diritto di critica sindacale e di tutela dei propri delegati, suggellando così una attività che mira solo a tutelare le donne e gli uomini che tutti i giorni e in silenzio rischiano la vita per il bene di tutti”, ha dichiarato in esclusiva a Qnm.it Andrea Cecchini.
“Continuiamo a lavorare nello spirito di legalità”

“Siamo felicissimi per questa sentenza. Eravamo fiduciosi sia dell’operato del collega, amico e dirigente sindacale di Senigaglia, sia dell’operato della Magistratura. Per noi la più grande gioia, oltre per la liberazione del collega che ne è uscito pulito e ristabilito dalla sentenza, è sapere che la nostra attività rientra nel giusto e sacrosanto diritto di critica sindacale. E’ una grande soddisfazione per noi e ci sprona a lavorare ancora di più a tutela degli uomini che tutti i giorni rischiano la vita a favore degli italiani. Siamo il popolo in divisa e il riconoscimento del tribunale di Ancona come giusta critica sindacale dimostra che la nostra attività e congrua e ancorata ai principi di democraticità. Grazie al nostro operato ci sono persone che saranno sempre tutelate e potranno svolgere il loro lavoro in uno spirito democratico e di legalità”, ha concluso il portavoce del sindacato di Polizia.