Dario Marcolin, che ha giocato con loro nella Lazio, spiega pregi e difetti dei tecnici di Inter e Porto, che stasera si affronteranno in Champions League
Sergio Conceicao a macinare chilometri e a regalare cross e assist sulla fascia laterale. Simone Inzaghi al centro dell’attacco, pronto a sfruttare ogni singola occasione e andare in rete. La Lazio di Sven Goran Eriksson, che vinse lo scudetto nella stagione 99-00 aveva negli attuali tecnici di Inter e Porto (che stasera si affronteranno a San Siro) due interpreti straordinari. Quella Lazio fu capace di vincere, nel giro di pochi mesi, il titolo italiano, la Coppa Italia, la Supercoppa Europea e la Supercoppa Italiana. “Sono stati protagonisti eccezionali di quel successo e oggi mi fa piacere vederli su due panchine così prestigiose”, dichiara in esclusiva a Qnm.it Dario Marcolin, centrocampista di quella Lazio e attuale cronista di Dazn.

Marcolin, si aspettava di vedere Inzaghi e Conceicao giocarsi la qualificazione ad un quarto di finale di Champions League?
“Onestamente no. Quando erano giocatori non credevo che potessero diventare due allenatori di questo livello. Forse su Inzaghi si poteva fare qualche ragionamento in questo senso, ma su Conceicao, onestamente, no”.
Perchè?
“Simone conosceva tutti i giocatori di serie A, di serie B, di serie C. Era sempre attento agli allenamenti, voleva capire perchè si facevano certe cose. Conceicao invece era più istintivo, aveva un carattere particolare. Si arrabbiava quando non giocava, aveva alti e bassi. Non credevo potesse diventare un tecnico”.
E’ cambiato tanto?
“Ora è più equilibrato e sta facendo con il Porto una gran carriera. Per il club portoghese è diventato quello che Gasperini è per l’Atalanta. Ha costruito un gruppo, una squadra, si è consolidato in una squadra prestigiosa. Ha lasciato il segno”.
Cosa le piace dei due tecnici?
“Di Inzaghi mi piace molto l’organizzazione della fase offensiva. Attacca con sei uomini: i due attaccanti, i due quinti e i due interni di centrocampo. In Italia lo fa solo il Napoli. Di Conceicao mi piace la capacità di aver creato una squadra granitica, sempre attenta. Due anni fa in Champions non prese mai gol nel girone. Non regala nulla agli avversari ed ha sempre il piano A e un piano B pronto. Sa difendere ed attaccare”.

Dove devono migliorare?
“Il Porto nella continuità. Inzaghi deve migliorare sui numeri in trasferta. Le sue squadre, soprattutto in serie A, prendono pochissimi gol a San Siro, ma fuori casa vanno in difficoltà 25 reti subite lontano da Milano, contro le 5 in casa, sono davvero troppe per una formazione che vuole lottare per traguardi importanti. Deve ottimizzare le occasioni offensive e concedere poco”.
Che partita si aspetta stasera?
“Mi aspetto un Inter che dovrà fare la partita e cercare di segnare. Ma che non si deve accontentare. La qualificazione si giocherà su 180 minuti e i 90 che si disputeranno in Portogallo saranno molto complicati. Quindi bisogna sfruttare l’effetto San Siro”.