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Nel futuro il 2014 verrà ricordato come l’anno del selfie, la moda imperante dell’autoscatto con lo smartphone che, nata per saziare l’ego delle celebrità, ben presto si è trasformata in una vera mania. Una dipendenza dagli effetti spesso deleteri, soprattutto nel caso dei selfie imbarazzanti, quelle foto che hai pubblicato sui social network ma di cui ti penti dopo due minuti. Perché mettono in mostra, sulla pubblica piazza del web, il peggio dell’umanità: pose oscene, momenti di ridicolo che neanche Fantozzi, sfondi inquietanti, nel selfie imbarazzante c’è questo e tanto altro. E alla fine, inevitabile come l’influenza, su Facebook hanno anche creato una pagina a tema.
Lo scopo principale del selfie è mostrare al mondo intero quanto siamo ‘cool’, ben vestiti, interessanti, divertenti e chi più ne ha più ne metta. Cosa succede quando lo scatto non è venuto proprio come ce lo aspettavamo, roba che neanche photoshop riuscirebbe a salvare? Le soluzioni sono due: o si cancella la foto o la si posta lo stesso sui social network. La prima opzione, nell’epoca della condivisione compulsiva, viene scartata a priori perché è fuori da ogni logica scattare una foto e tenerla per sé nella memoria del telefonino. Non resta che renderla pubblica, mostrarla a tutti i nostri amici e sperare che non finisca in uno di quei siti che raccolgono il peggio del peggio del web. Cosa che poi, quasi sempre, in effetti succede. Nascono così i siti sulle ‘embarrassing selfies‘, foto che forse dovevamo tenere ben nascoste nel cassetto.
Anche in Italia non ci siamo fatti mancare la giusta dose di clamore, con la pagina Facebook ‘Selfies imbarazzanti’, che ha raggiunto e superato quota 200mila like in pochissimo tempo. Il motivo è semplice: a tutti piace ridere delle sventurate foto altrui e nessuno pensa che mai finirà a sua volta tra quelle pagine. In effetti c’è sempre al mondo qualcuno che sta messo peggio di noi e che decide di fare una selfie in situazioni assurde o ridicole. Facciamocene una ragione, se gli anni ’90 sono stati quelli della musica grunge e gli anni 2000 quelli della crisi economica, dal 2014 in poi lo slogan dell’umanità sarà solo uno: più selfie per tutti!