Graham, l’uomo convinto di essere un morto che cammina

Sindrome morto che cammina

Il grande successo della serie The Walking Dead ha riportato in auge il tema degli zombie, ma pensare che esista davvero qualcuno convinto di essere un ‘morto che cammina‘ potrebbe sembrare un’assurdità. Eppure è quanto accaduto a tale Graham, uomo di nazionalità britannica la cui storia è stata raccontata dalla rivista scientifica New Scientist e ripresa dai giornali di tutto il mondo. Chi è Graham? Uno zombie oppure semplicemente un mitomane in cerca di attenzioni? Molto di più, si tratta infatti di uno dei rari casi al mondo di Sindrome di Cotard, disturbo di natura psichiatrica che colpisce con la convinzione di essere morti o di avere perso i propri organi vitali. Insomma, chi viene colpito crede davvero di essere morto e non riesce a spiegarsi il perché non si trovi sepolto sei piedi sotto terra.

A uno sguardo superficiale si potrebbe credere che si tratta di persone pazze o con problemi mentali, ma la malattia in questione, scoperta e canonizzata sul finire del 1800 dal neurologo francese Jules Cotard, in realtà è qualcosa di molto più complesso. Viene infatti definita ‘delirio di negazione‘, proprio perché la persona crede di non aver certe cose (che si tratti della propria vita o di specifiche parti del corpo). La sindrome di Cotard è una delle malattie più rare oggi conosciute, per fortuna non molto diffusa visto che si stimano non più di un centinaio di casi in tutto il mondo. Essere colpiti dalla sindrome dell’uomo morto è, quindi, una pura sfortuna statistica. Graham è una di queste persone ma, per fortuna, alla fine di un lungo percorso terapeutico sembra essere riuscito a superare la sua convinzione di essere uno zombie.

La disavventura di Graham è iniziata otto mesi dopo un tentato suicidio. L’uomo, affetto da una grave forma di depressione, aveva cercato di togliersi la vita gettando un apparecchio elettrico nella vasca da bagno dove si trovava. Era riuscito a salvarsi ma, per qualche strano fenomeno neurologico, si era comunque convinto di essere morto. L’uomo aveva semplicemente smesso di vivere, rifiutando persino di mangiare e parlare perché, tanto, non ne aveva alcun bisogno essendo morto: “Non volevo vedere nessuno. Non aveva senso. Non provavo più piacere per nulla. Adoravo la mia automobile, ma non mi ci avvicinavo mai. Tutte le cose che mi interessavano erano scomparse. Ho perso il senso del gusto e dell’olfatto. Non aveva senso mangiare perché, tanto, ero morto. Parlare era una perdita di tempo perché non avevo mai avuto niente da dire“.

L’unico luogo in cui riusciva davvero a sentirsi in pace era il cimitero locale, quasi sentisse di appartenere a quel posto e non al mondo di tutti i giorni: “Sentivo che potevo anche restare lì, era il posto più vicino alla morte. Ma la polizia veniva a prendermi e a portarmi a casa“. Non un problema solo mentale, comunque, perché i controlli medici cui era sottoposto mostravano risultati sorprendenti, soprattutto in riferimento ai livelli di attività in alcune parti del cervello, come raccontato da Steven Laureys dell’University of Liege in Belgio, che ha seguito il paziente insieme ad Adam Zeman dell’University of Exeter: “Ho analizzato scanner cerebrali per 15 anni e non ho mai visto nessuno, che era vivo e in grado di interagire con le persone, con un risultato così anormale. Le funzioni del cervello di Graham somigliano a quelle di una persona normale durante l’anestesia o il sonno“. Uno stato vegetativo che sembrerebbero confermare la condizione di zombie. The Walking Dead non sembra più una fantasia distopica.