La polemica sull’identità di genere e la politica gender vede la premier Giorgia Meloni in prima posizione: la risposta di Arcilesbica non tarda ad arrivare.
Giorgia Meloni si espone in prima persona e dal settimanale Grazia rilancia parole destinate ad aprire un nuovo dibattito che arriva a pochi giorni dalla Festa della donna (prossimo 8 marzo). La presa di posizione sull’identità di genere tocca anche altri argomenti, oggetto dell’intervista, come utero in affitto e diritto di cambiare sesso.

La leader politica italiana ha ribadito alcune posizioni in merito alla famiglia tradizionale che potrebbero aprire nuove polemiche nel corso dei prossimi giorni. L’occasione è praticamente arrivata, le conseguenze ancora tutte da decifrare.
Le dichiarazioni
“Le donne sono le prime vittime dell’ideologia gender“, ribadisce Giorgia Meloni sul settimanale Grazia. La costruzione di una famiglia “con genitori di sesso opposto, i bambini hanno diritto ad avere il massimo: una mamma e un papà“, ribadisce la leader di Fratelli d’Italia.
Il commento passa direttamente all’assenza del padre morto quando lei era ancora piccola. Una famiglia e una madre che le hanno dato tanto affetto da un lato, dall’altro quella mancanza inevitabile. “Non posso dire che l’assenza di mio padre non abbia pesato nella mia vita. L’ho capito pienamente quando lui è morto, e mi sono resa conto della profondità della sofferenza che il suo vuoto aveva creato in me. […] I bambini hanno il diritto di avere il massimo: una mamma e un papà“, ha spiegato Giorgia Meloni.

La questione tocca anche l’ideologia gender e il diritto di proclamarsi donna oppure uomo, a prescindere da “percorso, chirurgico, farmacologico e anche amministrativo“. A detta della Meloni maschile e femminile sarebbero radicati “nei corpi ed è un dato incontrovertibile. Oggi per essere donna, si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l’essenza, la differenza. Le donne sono le prime vittime dell’ideologia gender. La pensano così anche molte femministe“, ha ribadito.
Dall’aborto all’utero in affitto
La questione passa anche all’aborto e quindi alla decisione di interrompere la gravidanza. Il commento della premier è preciso e tocca un aspetto importante. “Bisogna provare a darsi una possibilità, che non è sola, che lo Stato le darà gli strumenti necessari per non negare a se stessa la gioia di crescere suo figlio. Anche di metterlo al mondo nelle migliori condizioni possibili“, ribadisce.

Nessun punto d’incontro invece per l’utero in affitto, argomento vietato dalla legge italiana. “Non credo che commercializzare il corpo femminile e trasformare la maternità in un business possano essere considerate delle conquiste di civiltà. L’utero in affitto è la schiavitù del terzo millennio“, commenta il presidente del Consiglio.
La posizione del presidente di Arcilesbica
Sul caso è intervenuto anche Cristina Gramolini, presidente di Arcilesbica e da sempre attenta a questi temi. Le sue parole vanno dritte al punto ed evidenziano un aspetto sulla questione fra uomo e donna. “Sono d’accordo con Meloni sul fatto che dare la possibilità ad un uomo di dichiararsi donna, al di là di qualsiasi percorso chirurgico, farmacologico e amministrativo, danneggi le donne. Concordo con il fatto che non si può saltare il corpo sessuato, cioè non si è donna essendo di sesso maschile per la sola autodichiarazione“, afferma Meloni.
In questo caso specifico, infatti, Gramolini ribadisce che tutto questo potrebbe nuocere negli sport femminili e anche con le politiche di pari opportunità. “Penso anche che l’ideologia gender è giusta, giusta quando dice che si è uomini e donne nel tempo in modi diversi, che non è naturale la maschilità e la femminilità, mentre è naturale il corpo femminile e maschilei“, conclude Gramolini.