Gianni Minà è morto dopo una breve malattia cardiaca. Il giornalista che più di tutti ha saputo raccontare i grandi del mondo si è spento all’età di 84 anni. Domani la camera ardente in Campidoglio
Appassionato di cultura, Gianni Minà rappresenta una pietra miliare nel mondo del giornalismo. La notizia della sua dipartita è arrivata dal suo profilo Facebook lasciando tutti di stucco. Il grande giornalista muore così a 84 anni.

Il suo modo di fare giornalismo è riconoscibile da chiunque. In particolare la sua più grande passione, lo sport e il pugilato con la sua lunga amicizia con Muhammad Ali. Non solo lo sport ma anche la politica con la meravigliosa intervista a Fidel Castro durata 16 ore. Una gemma del giornalismo che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Minà ha lasciato un patrimonio inestimabile di classe e professionalità.
Domani, 29 marzo, sarà allestita nella Sala della Protomoteca, in Campidoglio, la camera ardente con l’apertura dalle ore 10 alle ore 19. Aperta a tutti per l’ultimo saluto al mostro sacro della cultura. I messaggi di cordoglio per la grave perdita sono davvero tanti. Tomie Smith, leggenda dell’atletica mondiale, ha scritto dopo la notizia del decesso: “Sono profondamente addolorato per la morte di Gianni Minà. Pregherò per lui e per la sua famiglia, alla quale vanno le mie condoglianze”.
Gianni Minà, la vita oltre il giornalismo sportivo
Torinese di nascita, Gianni Minà, classe 1938, ha iniziato la sua carriera da giornalista sportivo a Tuttosport nel 1959. L’anno successivo arriva in Rai debuttando con la realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici di Roma. Nel 1965 approda a “Sprint” e successivamente si occupa di documentari e inchieste per numerosi programmi, tra cui “Tv7”, “AZ, un fatto come e perché”, “Dribbling”, “Odeon. Tutto quanto fa spettacolo” e “Gulliver”.

Insieme a Renzo Arbore e Maurizio Barendson dà vita a “L’altra domenica”. Poco dopo, è il ’76, quando Minà viene assunto al Tg2 diretto da Andrea Barbato. Nell’81 viene premiato come miglior giornalista televisivo dell’anno con il Premio Saint Vincent. Debutta anche di Rai 2 come conduttore per il programma “Blitz” di cui è anche autore.
Nel programma accoglie ospiti del calibro di Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Jane Fonda, Enzo Ferrari, Gabriel Garcia Marquez e Muhammad Ali. Nella sua sfolgorante e lunga carriera Gianni Minà ha seguito otto mondiali di calcio e sette Olimpiadi, nonché decine di campionati mondiali di pugilato. Balzato agli onori mondiali nel 1987 quando intervistò per sedici ore l’allora presidente cubano Fidel Castro. Da quella intervista ne uscì il materiale per un documentario da cui venne poi anche tratto un libro intitolato “Fidel racconta il Che”.
Domani la camera ardente in Campidoglio. Il cordoglio di Istituzioni e vip
Domani 29 marzo 2023 sarà aperta dalle 10:00 alle 19:00 nella Sala della Protomoteca in Campidoglio la camera ardente per l’ultimo saluto a Gianni Minà. Moltissimi i volti del mondo dell’informazione, dello sport ma anche degli amici che renderanno omaggio al grande giornalista intellettuale.

Tra i tanti ricordi che in queste ore si susseguono sul noto giornalista, anche quello del presidente della Figc, Gabriele Gravina, che come riporta Repubblica, ha detto di Minà: “Ha dedicato tutta la sua vita a conoscere e a raccontare i tratti profondi dell’umanità e le sue diverse sfaccettature, quindi anche del calcio, con cura e attenzione particolari. Perdiamo un fuoriclasse assoluto”.
Un pensiero arriva anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni che su twitter scrive: “Addio a Gianni Minà, un vero professionista amato e rispettato da tutti. L’Italia perde un grande giornalista e un uomo di profonda cultura. Che la terra ti sia lieve”. E poi Giovanni Minoli ricorda a Rainews24 il peso della sua agendina dicendo: Era un’agenda che pesava un chilo, con i nomi di tutti gli uomini di spettacolo e di sport del mondo, che lui poteva chiamare, che gli rispondevano e che venivano in trasmissione. Ricordo da Cassius Clay a Robert De Niro, insomma chiunque”.