È stato rinvenuto morto nella sua abitazione in avanzato stato di decomposizione si chiama Christian Ari Boulogne e diceva di essere figlio di Alain Delon
Lo hanno trovato morto nel soggiorno della sua casa di Parigi, ma era morto da diverso tempo. Forse settimane. Lo stato di decomposizione del suo cadavere era molto avanzato. La stessa casa dove viveva con la sua compagna e il figlio.

Una tragedia davvero inspiegabile, soprattutto perché la morte non è mai stata denunciata fino a quando i vicini non hanno chiamato i pompieri. La polizia parigina ha confermato che la compagna dell’uomo e il figlio 21enne della coppia sono in stato d’arresto.
Inchiesta sulle cause del decesso
Si chiamava Christian Ari Boulogne, 60 anni. Era un fotografo discretamente conosciuto che aveva all’attivo anche alcune mostre ed esposizioni. Ma la stampa francese lo conosceva da molti anni perché da sempre sosteneva di essere il figlio illegittimo e non riconosciuto di Alain Delon e Nico, la leggendaria modella, attrice e cantante che per anni fu la musa ispiratrice di Lou Reed e dei Velvet Underground.
Una morte apparentemente tragica quella di Boulogne, sulla quale la polizia ha aperto un’inchiesta.
Il procuratore ha subito chiesto l’esame autoptico per capire le cause del decesso. Quanto all’ipotesi di reato per i due fermi sono quelli di omissione di soccorso e mancata denuncia. La compagna e il figlio non avrebbero assistito l’uomo e comunque non ne avrebbero segnalato il decesso.

Alain Delon non lo ha mai riconosciuto
Boulogne era emiplegico. Da tempo viveva con forti limitazioni nel camminare e non era assolutamente autonomo. Il suo limite neurologico lo aveva lasciato quasi completamente paralizzato su un lato e aveva continuamente bisogno di assistenza. Di frequente aveva crisi respiratorie che lo lasciavano incosciente.
Un fisico duramente provato. Per anni Boulogne ha condotto una vera e propria crociata personale su quelli che secondo lui erano i suoi genitori naturali.
Delon, pur avendo ammesso di avere avuto una relazione con Nico all’epoca in cui l’artista tedesca lavorava con i Velvet Underground, ha sempre negato che Boulogne fosse figlio suo. Anche se era stato adottato e cresciuto dalla madre dell’attore, Edith, che gli aveva dato il suo cognome del suo secondo marito, Pierre Boulogne. Da sottolineare che Delon e la madre per molti anni non si sono parlati anche a causa di questa vicenda.
Esperienze drammatiche, droga e depressione
Nico (il cui vero nome era Christa Paffgen) invece lo aveva riconosciuto, ma dopo che il ragazzo era già stato adottato. Per qualche tempo Boulogne aveva vissuto con lei affiancandola nelle sue operazioni artistiche sia musicali che visuali. Erano stati in tour… e fin da ragazzino aveva condiviso le stesse amicizie della madre: Lou Reed, Iggy Pop, David Bowie, Andy Warhol. Ma anche le stesse drammatiche esperienze: droga compresa.
Boulogne era comparso in alcuni film da adolescenti ma una volta caduto nell’eroina e degli psicofarmaci ne diventò pesantemente dipendente. Numerosi i suoi tentativi di uscirne, senza successo, soprattutto dopo che Nico morì nel 1988, vittima di un assurdo incidente in bicicletta a Ibiza.

La paternità non riconosciuta da Alain Delon
La stessa Nico aveva detto più volte che il ragazzo fosse nato dopo la sua relazione con Alain Delon. E anche per questo Boulogne aveva presentato numerose istanze per essere riconosciuto dall’attore, Ma lo aveva fatto in Francia, dove il riconoscimento era stato bocciato perché Delon non da tempo non è cittadino francese, ma svizzero.
Oggi Delon ha 87 anni e vive a Chêne-Bougeries, vicino a Ginevra, soprattutto dopo che le sue condizioni di salute sono molto peggiorate nel 2019 a seguito di un ictus. Ultimamente era tornato in video per un documentario nel quale aveva intervistato il presidente ucraino Zelensky cui aveva offerto la sua solidarietà.
Nel corso della sua vita, riconoscimento a parte, Christian Ari Boulogne ha vissuto momenti di grandissima angoscia. Droga, un rapporto estremamente difficile con la madre Nico con la quale ha ammesso di avere vissuto per anni tra eroina e LSD condividendo spesso la stessa siringa. Poi la depressione e gli abusi di psicofarmaci e infine la malattia, sopraggiunta dopo anni di povertà estrema nel corso dei quali ha vissuto per strada, tra i clochard di Parigi. La morte è stata non meno tragica. E sulle sue cause dovrà fare chiarezza l’indagine per capire cosa sia successo e se ci siano responsabilità.