Ecco quanto costano i migranti alle casse dei Comuni italiani: la cifra è clamorosa

Secondo uno studio realizzato dall’Anci, i comuni italiani rischiano di avere grosse difficoltà da un punto di vista economico

Da una parte la battaglia politica, fatta essenzialmente di slogan spesso provocatori e fini a loro stessi. Dall’altra la reale necessità delle città italiane di fronte al drastico aumento degli sbarchi di migranti, che rischiano di portare sul lastrico l’economia delle città italiane. I calcoli fatti dai sindaci, fotografano una realtà sempre più preoccupante.

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Ecco quanto gli immigrati incidono nelle casse dei comuni italiani – Qnm.it

Oltre ai problemi legati alla sicurezza e alla gestione dell’enorme numero di migranti (già sbarcati o prossimi a giungere sul suolo italiano), c’è un altro grande problema, spesso poco preso in considerazione: l’impatto economico sui bilanci delle singole città. I sindaci delle città italiane hanno evidenziato la questione partendo semplicemente da un dato: una base di costo di 50-60 euro al giorno per ogni adulto, cifra che schizza in alto nel caso dei minori non accompagnati o delle persone con patologie, anche di tipo psichiatrico.

“In termini assolutamente spannometrici dico che per far fronte all’attuale situazione, e quindi anche al fronte accoglienza, il sistema dei comuni avrebbe bisogno di risorse aggiuntive quantificabili tra i 500 e i 600 milioni, che possono arrivare anche a oltre il miliardo di euro nel caso in cui il quadro degli arrivi dovesse ulteriormente peggiorare”, avverte il delegato Anci all’immigrazione e sindaco di Prato Matteo Biffoni. Calcoli difficili da realizzare, perchè suscettibili di innumerevoli varianti: “Noi sindaci – continua Biffoni – chiediamo che si smetta di trattare l’immigrazione come un tema di campagna elettorale. Se fossimo cinici potremmo chiedere le ragioni del perchè in poche settimane si è arrivati a più di 20mila arrivi. Per quanto mi riguarda spero che la politica italiana si renda conto che l’immigrazione è un tema che c’è e che va affrontato indipendentemente da chi governa, perchè, da come si vede dai numeri, qualunque esecutivo è destinato ad averci a che fare. Forse – avverte – se si riuscisse ad abbassare la temperatura con cui normalmente affrontiamo questo tema ne trarremmo tutti giovamento”.

Organizzazione ed accoglienza

Spese mediche ed organizzative. I costi per i Comuni italiani – Qnm.it

I sindaci italiani lamentano la mancata organizzazione sull’accoglienza e di regole vere e precise su ciò che accade una volta che gli immigrati sbarcano sulle nostre coste. “Bisogna allora partire da una riorganizzazione complessiva della normativa, come ha affermato anche il ‘padre’ del testo unico sull’immigrazione Gianfranco Fini su un quotidiano nazionale. Poi gli sbarchi: noi chiediamo quello che abbiamo sempre chiesto, cioè più posti Sai, una organizzazione diffusa dell’accoglienza, un numero quanto più ridotto possibile dei Cas e dei Centri per l’accoglienza e soprattutto un’attenzione particolare ai minori stranieri non accompagnati, il cui numero è aumentato tantissimo e la cui gestione è sotto la competenza dei comuni. Abbiamo bisogno di centri governativi e anche di progetti dedicati per i minori”.

L’Italia rischia di trovarsi in seria difficoltà: “Serve  un sistema efficace per riconoscere il diritto di rimanere o meno sul territorio, senza dimenticare che spetterebbe allo Stato decidere chi può o meno rimanere sul territorio, cosa che mi sembra non stia succedendo neanche con questo Governo, come del resto non succedeva con quelli di prima”. Infine Biffoni fronteggia anche le ritrosie di chi si è stancato di fare accoglienza: “di sicuro ci potranno essere resistenze politiche, questo non voglio metterlo in dubbio, e allora bisogna che non arrivino queste persone. Ma siccome invece i numeri sono lì a dirci che arrivano, allora una soluzione va trovata. Servono sistemi premianti per i comuni che accolgono, come potrebbe accadere per quelle 2mila e oltre realtà che accolgono ad ampio spettro, a cui si potrebbe riconoscere una capacità economica in più e anche altro, compresa la possibilità di fare più assunzioni”.