Franco Cardini, docente universitario, storico ed esperto di geopolitica, spiega a Qnm perchè ha firmato il documento che chiede alla Rai di non far intervenire il leader ucraino
La presenza di Volodimir Zelensky nella serata finale del Festival di Sanremo, continua a far discutere e a dividere. Politici, giornalisti, intellettuali, hanno presentato un documento a firma congiunta nel quale chiedono che la Rai non permetta al leader ucraino di parlare alla nazione. “Abbiamo appreso con incredulità che interverrà Volodimir Zelensky, capo di Stato di uno dei due paesi che oggi combattono la sanguinosa guerra del Donbass. Una guerra terribile”, che è ”fomentata da irresponsabili invii di armi e da interessi economici e geostrategici inconfessabili”. Tra i firmatari ancghe Franco Cardini, docente universitario, storico ed esperto di geopolitica, che in esclusiva ai microfoni di Qnm.it, ribadisce: “Io credo che la situazione sia molto più complessa di quello che sembra, nonostante il governo, la classe politica e la stragrande maggioranza dei media sia tutta allineata verso un unico pensiero”.

Quale pensiero?
“Sembra che in guerra ci sia un buono e un cattivo. Ma non è questo che succede. Un esame critico di questa guerra non è stato mai fatto serenamente. Politici e mass media non hanno interesse a farlo: vogliono solo spingere l’acqua verso il proprio mulino, che è quello che ha deciso il presidente Biden”.
Cosa vorrebbe il presidente Usa?
“Biden vuole spingere la crisi ancora oltre. Non so se vuole fare la guerra. Ma io constato che noi, come governo e classe politica gli andiamo dietro. Questo appiattirsi sulle posizioni di Biden e sull’incondizionato appoggio al governo ucraino, qualunque cosa faccia, ha portato l’opinione pubblica a far passare come governo democratico, un governo che invece è una democrazia autoritaria, come quella di Putin.
Ma in tutto questo Zelensky cosa c’entra?
“Qualcuno come Bruno Vespa ha avuto la bella idea di massificare il messaggio positivo nei confronti di Zelensky. Farlo passare come ben accetto alla società civile. In un paese che però è spaccato. Sembra quasi che bisogna a tutti i costi far vedere Zelensky, in una trasmissione vista da famiglie, bambini, come un personaggio positivo. Dimenticando che anche lui, come Putin, ha delle responsabilità. Zelensky è uno che fa sparire avversari politici, che sta spingendo per un aggravarsi del conflitto, che dice che tutti gli occidentali sono vigliacchi perchè non seguono abbastanza i suoi piani e perchè non vogliono fare la sua guerra. Per me è un’operazione sporca, che creerà ancora più confusione”.
“Un pensiero unico”

Lei guarderà Sanremo?
“Ma si figuri, per me la musica è morta con la scomparsa di Mozart, è morta del tutto con Giacomo Puccini, si figuri se guarderò il Festival. Ma la stragrande maggioranza degli italiani vedono Sanremo come un momento di aggregazione o come direbbe il presidente Meloni un momento di identità. Contrabbandargli il presidente dell’Ucraina, che sta facendo in modo diretto il gioco del partito democratico degli Usa, non mi piace.
Da intellettuale, non le dà fastidio pensare che, verrà etichettato come amico di Putin?
“Io ho scritto centinaia di cose, tra libri e articoli, dove espongo le mie ragioni. Regolarmente mi dicono che sono pro Putin e un ripetitore delle ragioni del Cremlino. A me di stare dalla parte del Cremlino non me ne frega nulla. So quali sono le sue idee e non mi interessa fare da megafono delle idee di Putin. A me interessa riferire ciò che credo avvicinarci alla verità obiettiva, che è molto diversa dalla verità che vogliono proporci i mass media italiani”.