Mentre il Presidente del Consiglio Europeo scrive al Premier italiano Giorgia Meloni, si preparano i prossimi passi a livello europeo, per fronteggiare il problema migranti
L’Italia ha chiesto all’Unione Europea un intervento importante per evitare nuove stragi in mare e un atto di responsabilità che dovrebbe coinvolgere tutti i Paesi dell’Ue. Il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha risposto all’appello italiano con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Il tragico naufragio al largo di Crotone è un forte richiamo alla necessità di trovare soluzioni reali e praticabili per gestire meglio la migrazione e combattere il traffico di migranti”, ha scritto il presidente del Consiglio Ue.
“Al Consiglio europeo del 9 febbraio, abbiamo affermato la nostra determinazione collettiva a sviluppare un’adeguata risposta europea al complesso fenomeno della migrazione. Abbiamo concordato – ha proseguito Michel – una serie di misure pratiche e concrete nel campo dell’aumento dell’azione esterna, della cooperazione rafforzata in materia di rimpatri e riammissione, controllo delle frontiere esterne dell’Ue, lotta alla strumentalizzazione, alla tratta e al traffico di migranti. Tra l’altro è previsto l’uso di tutte le politiche Ue e di tutti gli strumenti previsti, comprese le opportunità di migrazione legale”, ha sottolineato il Presidente del Consiglio Ue.
La riforma era stata lanciata tre anni fa, ma è rimasta ferma al palo. Anche di fronte a naufragi e morti in mare. Il 23 e 24 marzo, nel corso del vertice dei leader dell’Unione europea, dovrebbe tornare ad accendersi la discussione sul nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo creato da Ursula von der Leyen. Nonostante tutto la strada per la sua adozione sembra essere ancora in salita .

Dopo anni di scontri, che sembravano insanabili, sui ricollocamenti all’interno dei Paesi membri dell’Unione europea, si cerca ora una risposta in relazione alla dimensione esterna: collaborazione e finanziamenti ai Paesi di origine e di transito, rimpatri, lotta ai trafficanti, corridoi per la migrazione legale, e anche l’idea – emersa più chiaramente al Consiglio europeo di febbraio – di costruire barriere mobili ai confini esterni dell’Unione per fermare i flussi.
Il bilaterale con la Francia
A tutto questo il nostro Paese continua a chiedere una stretta sulle Ong. Saranno decisivi i prossimi appuntamenti. A partire dal probabile bilaterale tra il ministro degli Interni italiano Matteo Piantedosi e il francese Gerald Darmanin. A fine marzo poi è previsto un incontro tra i capi di Stato e di governo, per confrontarsi sull’emergenza emersa nel Mar Mediterraneo. E, con l’incognita degli sbarchi estivi davanti, l’ultima – o quasi – finestra politica per chiudere l’accordo prima delle elezioni europee sembra essere nelle mani di Madrid, alla guida dell’Unione nella seconda parte dell’anno.