Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità epidemiologica all’Università Campus Biomedico di Roma, in esclusiva a Qnm: “Mi sembra una scelta ad personam”.
Dopo aver saltato lo scorso anno gli Australian Open, Novak Djokovic sarà costretto a rinunciare anche al torneo di Indian Wells. Sempre per lo stesso motivo: il numero uno al mondo del tennis non è vaccinato e non potrà prendere parte al prestigioso torneo Atp. A nulla sono serviti gli appelli della Federtennis statunitense e dello stesso tennista, che aveva auspicato di poter prendere parte alla manifestazione attraverso un’esenzione speciale.

Ma le autorità statunitensi sono state intransigenti: Djokovic, che è stato riconfermato numero uno del ranking mondiale, non potrà sfidare i rivali, nel torneo che inizierà domani all’Indian Wells Tennis Garden e continuerà fino a domenica 19 marzo. Negli Usa la legge non fa sconti, e fino almeno al prossimo 11 maggio coloro che provengono dall’estero e non hanno fatto il vaccino per il coronavirus non possono entrare in territorio americano. Ma ha senso continuare con quest’intransigenza in un momento in cui il Covid sembra fare meno paura rispetto al passato? Lo abbiamo chiesto a Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità epidemiologica dell’Università Campus Biomedico di Roma e massimo esperto nella diffusione del Covid-19.
Professore, negli Stati Uniti non si fanno sconti. Ha senso oggi avere delle posizioni così intransigenti?
“Difficile giudicare da quì. Magari in qualche Statosi è registrato un aumento del numero di ricoveri, o semplicemente ci possono essere zone in cui le autorità hanno avuto a che fare con dei numeri in leggero aumento. E indubbio però che a livello mondiale la situazione sia completamente diversa rispetto a prima”.
Come giudica la scelta degli Stati Uniti di non far partecipare Novak Djokovic, che non è vaccinato, al torneo di Indian Wells?
“Mi sembra una scelta particolare, quasi ad personam. Se non c’è un obbligo vaccinale e l’atleta ha un tampone negativo, per quale motivo non dovrebbe prendere parte ad una manifestazione sportiva?”.

Bisognerebbe chiederlo al governo statunitense…
“Se una persona non è vaccinata, ma ha un tampone negativo, è negativa al Covid. Non ha nulla: non può contagiare nessuno e può fare quello che vuole. Nella vita privata e in quella lavorativa. Quindi si tratta di una scelta che è difficile da capire. Aggiungo un altro aspetto”.
Quale?
“Mi sembra che in Italia ci sia stata una cantante che non era vaccinata, ma nessuno si è sognato di negarle la possibilità di partecipare al Festival di Sanremo. Perchè stavolta si è presa una decisione diversa? Ripeto, mi sembra quasi una scelta ad personam”.