Rachele Silvestri, deputata di Fratelli d’Italia, racconta una storia assurda e riceve solidarietà bipartisan
Una storia assurda, nella quale gossip, politica e intrighi di vario tipo si intrecciano in un susseguirsi di affermazioni squallide e accuse infamanti. Pensare che nel 2023, una donna sia costretta a fare un test del Dna per mettere a tacere il gossip che qualcuno ha architettato ad arte per screditarla, è vergognoso.

La vicenda riguarda una deputata, Rachele Silvestri, che milita in Fratelli d’Italia, dopo aver fatto parte del Movimento Cinque Stelle. In una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera, spiega cosa è accaduto. La donna è stata costretta a fare il test del Dna al figlio di soli tre mesi, per mettere a tacere le voci infamanti di un tradimento verso l’attuale compagno. “Sono stata costretta a fare il test di paternità per mio figlio di soli tre mesi. E il padre è proprio Fabio, il mio compagno. Naturalmente, non avevo dubbi. Perché, quindi, l’ho fatto?. E, soprattutto, perché chiedo che venga riportata la notizia sui giornali? Se la fantasia (o la curiosità) vi sta portando chissà dove, leggete, e poi, mi auguro, vi indignerete insieme a me. Perché, delle volte, la becera realtà arriva a superare anche la più fervida fantasia”
Rachele Silvestri spiega cosa è accaduto. “Nel 2019 sono uscita dal Movimento e, dopo un periodo nel gruppo Misto, ho aderito a Fratelli d’Italia. È stata una scelta di cuore e di ragione, perché col partito di Giorgia Meloni condividevo da tempo le idee e il coraggio – ricorda Silvestri -. Circa un mese fa, una persona amica mi racconta che gira la voce che il mio bambino non sarebbe figlio del mio compagno, ma di un politico molto influente di Fratelli d’Italia, a sua volta sposato. Mio figlio sarebbe, quindi, nato da una relazione clandestina, grazie alla quale io avrei anche ottenuto la mia candidatura”.

Un’accusa infamante, che naturalmente scuote Silvestri: “Riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita? Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l’umiliazione”, aggiunge Silvestri. “Mi chiedo: ma in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpestato, abusato? Quante volte il dono della procreazione può essere strumentalizzato e degradato? In nome di cosa è giustificabile la violenza su un bambino appena nato? No so chi sia stato. Molti, però, hanno scelto di condividere una evidente calunnia, di telefono in telefono, di chat in chat, rendendosi complici di questo schifo – continua -. E anche chi sa ma ha deciso di non parlare lo è”. “Ho scelto di rendere pubblica questa storia per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno. Il mio augurio è che nessuno sia indulgente con l’autore della calunnia e con chi contribuisce a diffonderla”
Le reazioni politiche
La lettera ha colpito l’opinione pubblica e il mondo della politica. La solidarietà è arrivata da tutte le correnti politiche. “Vorrei dire a Rachele Silvestri, deputata di Fratelli d’Italia che oggi sul Corriere della Sera racconta la sua storia, che sì, ci siamo indignate con lei. Tutta la mia solidarietà“, ha scritto la deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase. Sulla stessa linea Filippo Sensi: “Ho letto la lettera di Rachele Silvestri al Corriere. Avevo sentito la voce, mi avevano chiesto, ma tu che ne pensi, che ne dici. Solidarietà alla parlamentare di Fratelli d’Italia, alla sua famiglia, questa città uccide anche così”. Elisabetta Gardini, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ribatte: “Alla collega deputato Rachele Silvestri non posso che esprimere la mia più sincera solidarietà. Il parto e la nascita di un bambino rappresentano per una donna un momento unico, delicato e irripetibile. Posso solo immaginare la sofferenza di una famiglia che, invece di dedicarsi a festeggiare il lieto evento, deve perdere tempo a difendersi da invidie e malelingue che – in uno stucchevole e patetico cliché – vogliono la donna di successo, come è Rachele, dover scendere a compromessi per il raggiungimento degli obiettivi. Gli invidiosi e i maligni non perdano tempo e volgano il proprio veleno altrove”.

“Ho letto la lettera di Rachele Silvestri al Corriere. Sono tanti i modi di ridurre le donne al loro corpo e di offenderlo. A lei la mia solidarietà”. Lo scrive su Twitter la senatrice del Pd Cecilia D’Elia, portavoce del Coordinamento nazionale delle Democratiche. “E’ inammissibile che nel 2023 una donna, madre e moglie, debba difendersi da accuse e maldicenze pubbliche. Leggere la lettera pubblicata questa mattina sul Corriere della Sera è stato struggente, e le riflessioni che ne scaturiscono sono molteplici. A Rachele Silvestri dico solo di andare avanti, di non farsi fermare o intimidire, di cercare conforto nella nostra comunità politica che, senza pensarci un attimo, si è stretta intorno a lei e a suo figlio“. Lo dichiara Ester Mieli, senatrice di Fratelli d’Italia.