Chi è Ayelet Shaked e che idee ha la nuova ministro della giustizia d’Israele

Ayelet Shaked

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è riuscito a pochi giorni dalla scadenza a sciogliere la riserva e a formare il suo quarto governo, il terzo consecutivo, del quale fa parte anche Ayelet Shaked, nominata ministro della Giustizia. Shaked è un membro della Knesset (MK), che rappresenta il partito di estrema destra, HaBayit Hayehudi ed è nota per le sue posizioni ultranazionaliste. Durante l’ultimo attacco di Israele a Gaza nell’estate scorsa, la Shaked ha in pratica fatto appello al genocidio dei palestinesi. Ma vediamo chi è il Falco informatico della destra ebraica, così come viene chiamata dai media, e soprattutto che idee ha.

Ayelet Shaked è nata a Tel Aviv il 7 maggio 1976, ha 39 anni è un ingegnere informatico, è sposata e ha due figli. Prima di entrare in politica ha messo a frutto i suoi studi organizzando il gruppo digitale My Israel in risposta all’organizzazione che spinge in Europa e negli Stati Uniti per il boicottaggio dello Stato ebraico.

Membro della Knesset, deputata per il partito della Casa Ebraica, formazione ultrareligiosa e fortemente nazionalista, anche se lei si definisce laica, è il nuovo ministro della Giustizia di Israele, sponsorizzata da Naftali Bennett (nella foto in basso), è il volto di spicco di una destra che guarda al futuro post Netanyahu.

Ayelet Shaked con il leader di partito Naftali Bennet

Che idee ha Ayelet Shaked? Se Benyamin Netanyahu l’ha scelta è perché si trova abbastanza a destra della destra ebraica. Prima di cancellarlo, in un post su Facebook il 1° luglio, un giorno prima che estremisti israeliani rapissero l’adolescente palestinese Muhammad Abu Khdeir e lo bruciassero vivo, l’attuale neo ministro aveva riportato un estratto di un articolo di Uri Elitzur, giornalista di destra e leader del movimento dei coloni israeliani, che cerca di colonizzare la terra palestinese in violazione del diritto internazionale. Ayelet Shaked ha insomma le idee chiare, quando afferma che ”l’intero popolo palestinese è il nemico” e ne ha chiesto la sua distruzione, ”compreso i suoi anziani e le sue donne, le sue città e i suoi villaggi, le sue proprietà e le sue infrastrutture”.

Tel Aviv è consapevole che prima o poi la comunità internazionale dirà la sua sull’espansione coloniale, e tutto lo spazio occupato nei Territori Palestinesi, potrà essere guadagnato su un possibile tavolo di negoziato. Dunque l’obiettivo dichiarato di Casa Ebraica, oltre ad una nuova massiccia campagna di colonizzazione dei territori occupati palestinesi, è quello di rivedere i criteri per la nomina dei giudici della Corte Suprema che questo partito di estrema destra vorrebbe più favorevole ai progetti del sionismo più nazionalista.