Chactún, antica città Maya ritrovata in Messico [FOTO & VIDEO]

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Il suo nome è Chactún e in passato è stata una delle città più importanti della società Maya. Per secoli è stata nascosta tra i fitti intrichi della giungla messicana ma oggi è venuta finalmente alla luce. Di tutte le antiche civiltà del passato, quella Maya rappresenta senza dubbio il sogno proibito di ogni amante del mistero. Sarà per la famosa profezia della fine del mondo Maya sarà per la geometrica perfezione delle loro costruzioni impossibili, fatto sta che la popolazione sorta e poi scomparsa nei territori dell’America Centrale ancora oggi attira l’attenzione di studiosi ed appassionati. Chactún, l’antica città Maya perduta, è solo l’ultimo entusiasmante tassello di un mosaico iniziato oltre mille anni prima della nascita di Cristo.

Una storia antica, quella della civiltà Maya, il cui periodo pre-classico parte secondo alcuni nel 1.500 a.C., anche se quello che tutti noi conosciamo è piuttosto il periodo classico, che va dal 317 d.C. (anno più antico del calendario Maya) fin quasi al 1000 d.C. Ed è proprio a questa era che si riferiscono i ritrovamenti dell’antica città di Chactún, che avrebbe avuto il suo massimo splendore tra l’anno 600 e il 900. Chactún non è il nome originario della città (purtroppo andato perduto) ma quello dato al complesso dagli archeologi che hanno effettuato la scoperta. Il significato della parola può essere tradotto sia ‘Roccia Rossa’ che ‘Roccia Grande’ e deriva da un’iscrizione trovata su uno dei monumenti della stele, secondo cui ex sovrano di nome K’inich B’ahlam “avrebbe apposto la pietra rossa (o grande) nel 751 d.C.“.

Il nome è comunque perfetto per la città situata nell’area di Campeche, nella regione sud-est del Messico, già patria di decine di siti Maya, tra cui bisogna ricordare almeno Calakmul, città dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco. L’analisi di Chactún è ancora agli stadi iniziali, ma è molto probabile che questa antica città possa seguire le orme della più famosa Calakmul e diventare luogo protetto e meraviglia dell’umanità. Le caratteristiche ci sono tutte, ovvero i resti di quelli che un tempo furono piramidi, piazze, palazzi ma anche spazi per il gioco della palla e altre costruzioni tipiche disposte lungo 540mila metri quadrati di territorio. Il che la rende di fatto uno dei centri più grandi della storia Maya, come riferito il ricercatore sloveno e capo della spedizione Ivan Sprajc: “Si tratta di uno dei più grandi siti nelle pianure centrali, paragonabile per la sua estensione e per la grandezza dei suoi edifici a Becan, Nadzcaan e El Palmar a Campeche“.

Secondo i ricercatori Chactún sarebbe stata in quei tempi lontani una capitale, abbandonata poi circa mille anni fa per cause sconisciute (anche se le ipotesi più plausibili parlano di pressione demografica o cambiamento climatico). Come mai è stata ritrovata solo ora? Secondo Octavio Esparza, archeologo presso la Universidad Autónoma de México, anche se i ricercatori sono arrivati sulle sue tracce di recente, questo non significa che il sito non fosse già conosciuto dalle popolazioni locali: “Queste persone non conoscevano il significato dei monumenti ma sapevano che erano importanti e li adoravano, tanto che diverse offerte di ceramica sono state trovate di fronte ad alcuni dei monumenti“. Il fascino dei Maya non invecchia mai.