Carceri italiane, ancora un suicidio: “E’ una carneficina”

I responsabili penitenziari in grossa difficoltà dopo l’ennesimo suicidio di un detenuto. Il 12esimo dall’inizio dell’anno

Ancora un suicidio nelle carceri italiane, l’ennesimo di una lunga serie. Una delle piaghe più difficili da debellare, continua a funestare il mondo carcerario. A pochi giorni dal suicidio di un agente di polizia, stavolta è toccato ad un uomo di 62 anni, che nel carcere di Terni, si è tolto la vita.

Carceri
La situazione in carcere è terribile. Ennesimo suicidio – Qnm.it

L’uomo, Xhafer Uruci, era stato arrestato pochi giorni fa dopo aver ucciso la moglie, ma si è impiccato nel carcere umbro con le lenzuola, legate al tubolare della tenda della finestra della sua cella. Il 62enne era stato fermato due giorni fa per omicidio volontario dopo aver accoltellato la moglie al termine di una lite furibonda. Nelle prime ore del mattino una guardia, impegnata nel consueto giro di controllo, ha sentito un rumore e dopo essersi avvicinato, lo ha trovato impiccato. Il poliziotto ha tentato di rianimarlo, ma ha solo potuto constatare la morte dell’anziano. Tutto è accaduto intorno alle ore 6.30.

Il mondo della polizia penitenziaria è in subbuglio: “Siamo al 12esimo suicidio di un detenuto nelle carceri italiane, cui aggiungere un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria che solo qualche giorno fa si è tolto la vita in Campania. È una carneficina che si ha il dovere di fermare“, ha dichiarato Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa Polizia Penitenziaria. “Sovraffollamento detentivo, deficienze organizzative strumentazioni e tecnologie inadeguate e organici carenti in tutte le figure professionali, solo alla polizia penitenziaria mancano 18mila unità, spesso si traducono nell’inflizione di una pena di morte di fatto. Servono misure emergenziali e parallele riforme strutturali che reingegnerizzino l’architettura dell’esecuzione penale e, in particolare, quella carceraria. Il governo passi dai proclami ai fatti, non c’è più tempo”, conclude.

“Tre i fattori determinanti”

Cresce il numero dei suicidi in carcere – Qnm.it –

Sulla stessa linea di pensiero il Garante per la Regione Umbra Giuseppe Caforio. “Il secondo suicidio dall’inizio dell’anno al carcere di Terni deve essere motivo di riflessione e non di facili conclusioni”. Il problema del sovraffollamento delle carceri e del poco personale a disposizione, risulta essere decisivo. “Le carceri umbre e segnatamente quello di Terni – sottolinea ancora Caforio – stanno vivendo un momento delicato dovuto almeno a tre fattori concomitanti: ci sono circa 550 detenuti a fronte di una capienza prevista per 450, di cui 150 con problematiche psichiatriche serie con molti di loro incompatibili con la carcerazione; gravi carenze di organico nella polizia penitenziaria con Terni che ha il rapporto più deficitario tra numero di detenuti e agenti penitenziari; carenze sanitarie specie di psicologi e psichiatrici”.