Le auto diesel e benzina aumentano le tensioni politiche: cosa cambia per i veicoli inquinanti e perché il Governo italiano non è d’accordo con l’Europa. Tutte le novità.
Il Parlamento europeo ha approvato in maniera definitiva gli obiettivi per ridurre le emissioni di CO2 di autovetture e veicoli commerciali leggeri di nuova produzione. Sono 340 i voti favorevoli, 279 quelli contrari e 21 invece gli astenuti. L’ok definitivo ha ricevuto numerosi apprezzamenti da un lato e critiche dall’altro, in particolare dalla maggioranza del Governo in Italia.

I deputati hanno di fatto raggiunto un accordo sugli obblighi per nuove autovetture e anche per i furgoni. L’obiettivo è quello di ridurre al 100% le immissioni di anidride carbonica rispetto ai dati del 2021. Sul fronte climatico la sfida è stata lanciata, ma non mancano le difficoltà anche per questioni di carattere politico.
Auto inquinanti, cosa cambia
La legislazione ha di fatto imposto l’obbligo per nuove autovetture e veicoli commerciali di non produrre più alcuna emissione di C02 dal 2035. A tal riguardo esistono inoltre anche degli obiettivi intermedi: riduzione emissioni per il 2030 del 55% sul fronte auto e del 50% per i furgoni.
Per quanto riguarda i mezzi pesanti, invece, la riduzione di anidride carbonica dovrà avvenire ugualmente in modalità progressiva: -45% entro il 2030, -65% proprio nel 2030 e 90% nel 2040. Previste anche zero emissioni dal 2030 per gli autobus che circolano in città e un taglio del 90% per flotte di altri mezzi a partire dal 2040.

A tal riguardo ci sono anche delle eccezioni che varranno soltanto per alcuni. Chi avrà un volume di piccola produzione (mille fino a 10mila vetture e da mille a 22mila furgoni) otterranno una deroga fino al 2035. Per coloro i quali saranno al di sotto di questi dati, invece, non cambierà praticamente nulla.
Seguendo la nuova legislazione, quindi, i costruttori di piccoli volumi di produzione in un anno solare otterranno una deroga. Chi immatricola meno di mille veicoli all’anno sarà invece esentato anche dopo il 2035. Ora il Consiglio dell’Unione europea attende il testo formale e ufficiale, a seguire invece la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Nel giro di due anni la Commissione ha intenzione di presentare i dati sulle emissioni delle vetture e dei furgoni venduti all’interno del mercato dell’Unione europea. Entro fine 2026, invece, dovrà invece effettuare un monitoraggio sul valore limite delle emissione e sui dati di consumo su carburante ed energia.
Nulla da fare per il Governo Meloni
La questione ha diviso i politici, pur mantenendo compattezza nella maggioranza, in primis Fratelli d’Italia, Lega e e Forza Italia che fanno fronte comune. La formazione del Governo si è detta fermamente contraria alla decisione presa in Europa.
Nulla può fare la maggioranza guidata da Giorgia Meloni che aveva scelto la linea comune per opporsi alle misure previste dal Green Deal del piano Fitfor55 – Pronti per il 2055 – proposto da Ursula von der Leyen.

Spaccatura evidente anche per i moderati del Partito Popolare Europeo, asse fra sovranità e conservatori che ha invece privilegiato numeri per la destra in grado di fronteggiare la meglio conosciuta “maggioranza Ursula“. Le elezioni europee del 2024 si avvicinano e adesso gli equilibri si spostano verso il centrodestra, specialmente in Italia e anche in Germania.
Il commento di Salvini
Il ministro Matteo Salvini ha spiegato su Instagram di essere profondamente contrario a questa scelta. Un attacco politico che tocca l’opposizione e anche parte della politica europea favorevole alla decisione. Il segretario della Lega ha postato sui social una immagine con una didascalia per opporsi a questo provvedimento.
“Decisione folle e sconcertante, contro le industrie e i lavoratori italiani ed europei, a tutto vantaggio delle imprese e degli interessi cinesi. Ideologia, ignoranza o malafede?“, ribadisce Salvini. Il ministro non ha gradito la decisione dell’Europa e lo ha manifestato a chiare lettere parlando della vicenda sui social network.