Secondo un recente studio realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il numero di coppie che non riescono ad avere figli è in aumento: la percentuale è impressionante
Nel mondo nascono sempre meno persone. A causa di innumerevoli problemi economici, sociali e (purtroppo) medici. I dati emersi da un recente studio evidenziano un dramma che sta drammaticamente condizionando la stragrande maggioranza della popolazione. Con conseguenze devastanti: l’infertilità. I numeri, evidenziati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono impressionanti.

Secondo l’analisi effettuata dal direttore dell’Organizzazione Mondiale Sanitaria (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus, il problema riguarda una percentuale altissima, in netta crescita rispetto al passato. Nel mondo sarebbero infatti circa una persona su sei a soffrire di infertilità. Il problema, secondo il report richiederebbe “con urgenza l’accesso a cure di alta qualità e a costi accessibili”. Ed è proprio su questa grande distonia, che si tende a considerare il problema, di difficile soluzione. Sono pochissime infatti le famiglie che possono permettersi di ricorrere ai costosi aiuti degli esperti.
Per l’Oms l’infertilità è un “grave e grande problema sanitario”, che va a colpire quasi il 20% della popolazione globale. Se è vero infatti che la percentuale si assesta al 17,8% della popolazione adulta dei Paesi ricchi e il 16,5% dei Paesi a basso e medio reddito, è altrettanto vero che i numeri non corrispondono alla fotografia reale della situazione. Molti stati africani e del Sud-Est asiatico infatti, non hanno concesso dei dati certi, su cui ampliare la statistica. Numeri alla mano si tratta comunque di milioni di persone. “Questo rapporto, il primo del suo genere in dieci anni, è indicativo di un fatto importante: l’infertilità non discrimina”, ha evidenziato Tedros. In effetti l’incapacità ad avere un figlio ad un momento della propria vita affetta una persona su sei su scala globale.
L’infertilità colpisce quindi persone di ogni ceto sociale, ma la differenza sostanziale riguarda la possibilità di ricorrere alle cure mediche. In questo caso i rappresentanti del cosiddetto ceto alto, hanno molte più possibilità di risolvere i loro problemi, rispetto a famiglie meno agiate. Per Tedros “è necessario ampliare l’accesso alle cure per la fertilità e garantire che questo problema non sia più messo da parte nella ricerca e nella politica sanitaria, in modo che siano disponibili modi sicuri, efficaci e convenienti per ottenere la genitorialità per coloro che lo desiderano”.
Una situazione che causa depressione e violenza

L’Oms ha stabilito che l’infertilità è una “malattia del sistema riproduttivo maschile o femminile che si traduce nell’incapacità di ottenere una gravidanza dopo 12 mesi o più di rapporti regolari non protetti”. Una situazione causa di depressione, stigmatizzazione e difficoltà socio-economiche. “La procreazione è accompagnata da una significativa pressione sociale. In alcuni Paesi, la gravidanza rimane essenziale per la percezione della femminilità e di cosa sia una coppia. Il fallimento è spesso stigmatizzato“, ha dichiarato Pascale Allotey, direttrice dell’Oms per la salute sessuale e riproduttiva. “Le persone con un problema di infertilità spesso soffrono di ansia e depressione” e c’è anche “un aumento del rischio di violenza domestica che è associata all’infertilità”.