“Aprite le porte ai migranti”: il messaggio di Papa Francesco

Nel corso della sua Omelia in Ungheria Papa Francesco si rivolge ai governi alle prese con l’emergenza migranti, un messaggio indiretto ai paesi che continuano a respingerli

È tornato a viaggiare Papa Francesco, e lo ha fatto visitando l’Ungheria in una missione apostolica che era in programma molto prima del suo ricovero di marzo.

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Papa Francesco, tre giorni in Ungheria – Credit ANSA (QNM)

Apparso un po’ stanco ma di ottimo umore, Francesco ha risposto ai fedeli che lo hanno accolto in massa per una messa nel pieno centro di Budapest, in piazza Kossuth Lajos.

Papa Francesco in Ungheria

Era una visita molto attesa quella di Papa Francesco da cui ci si attendeva anche un messaggio politico in un paese che con il governo del primo ministro di destra Viktor Orban ha sempre manifestato la sua contrarietà a qualsiasi politica di accoglienza nei confronti dei migranti.

Ad ascoltarlo c’erano 50mila persone, tutte quelle che erano state ammesse e che la piazza poteva contenere. Ma ad accogliere il breve tragitto nel centro cittadino di Papa Francesco, c’era una gran moltitudine di persone con bandiere dell’Ungheria e del Vaticano. Molte le scritte in italiano, in latino e in spagnolo. Persino qualche bandiera del suo club di calcio, il San Lorenzo, del quale il Pontefice è tifosissimo.

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Papa Francesco accoglie il Metropolita ortodosso Hilarion di Budapest – Credit ANSA (QNM)

“Aprite le porte dell’individualismo”

Il richiamo all’accoglienza di Bergoglio, 86 anni, è sembrato un messaggio neppure troppo cifrato a Orban presente nella tribuna delle autorità a tutta la funzione. Il primo ministro magiaro ancora pochi giorni fa aveva dichiarato che non avrebbe mai consentito all’Ungheria di trasformarsi in un paese di immigrati… “Altri paesi più ricchi e grandi del nostro devono fare la loro parte” aveva detto Orban riferendosi soprattutto alla Francia, dopo che Macron lo aveva criticato aspramente.

“Abbattiamo le porte chiuse del nostro individualismo in una società in crescente isolamento. Le porte chiuse della nostra indifferenza verso i diseredati e coloro che soffrono. Le porte che chiudiamo verso chi è straniero o diverso da noi, verso i migranti o verso i poveri” ha detto Bergoglio che ha ribadito il concetto anche nel corso dell’Omelia.  

“C’è una grande tentazione di essere autoreferenziali, di riferire tutto solo a noi stessi, solo alla nostra realtà, mentre ci sono anche altre realtà: la realtà dei poveri, la realtà di altre nazioni, la realtà delle guerre, delle ingiustizie”.

Venerdì Papa Francesco aveva ripetuto le parole di Santo Stefano, il fondatore dell’Ungheria cristiana nell’XI secolo, molto amato nel paese, che si era espresso su accoglienza e rispetto nei confronti di poveri e stranieri in fuga. Era il periodo in cui l’Ungheria accolse migliaia di profughi in fuga dall’espansione musulmana.