Sterilità maschile: quali le cause, gli esami, i rimedi e i sintomi? Il problema è così diffuso da essere considerato una “malattia sociale”. Si parla di una percentuale di un italiano su dieci interessato dalla sterilità. La ricerca scientifica ha messo in evidenza che, con il passare del tempo, negli ultimi decenni il numero di spermatozoi presenti nell’eiaculato maschile si è ridotto fino ad oltre il 50%. Tutto ciò rende evidente l’incidenza negativa di alcuni fattori, come l’inquinamento, le malattie infettive a trasmissione sessuale, l’alimentazione scorretta, l’obesità, lo stress e la mancanza di attività fisica regolare. Si può curare? Vediamo quali soluzioni sono state prospettate dalla scienza.
Cause
Prendendo in considerazione le cause della sterilità, possiamo fare la distinzione fra patologia ostruttiva e secretiva. Nel primo caso le vie seminali si presentano ostruite. Nel secondo caso c’è un’assenza di produzione di spermatozoi da parte dei testicoli. Nella prima situazione, quindi, l’organismo produce gli spermatozoi, ma il problema si riscontra nel passaggio delle cellule seminali e nella loro unione con il liquido seminale.
Il blocco degli spermatozoi può essere determinato da vari difetti, che possono interessare i differenti canali, attraverso i quali passa il liquido seminale, come, per esempio, i vasi deferenti, i dotti eiaculatori o l’uretra. Si può avere un’ostruzione congenita, riscontrabile fin dalla nascita, oppure essa può essere il risultato di interventi chirurgici, di traumi o di infezioni, come, per esempio, l’epididimite. Molte volte le cause sono genetiche e si riscontrano delle mutazioni legate allo sviluppo della fibrosi cistica. Si parla, in queste situazioni, di azoospermia ostruttiva.
L’azoospermia secretiva, invece, può essere causata da danni che interessano la produzione degli spermatozoi, con una maturazione incompleta di questi ultimi.
Sintomi
I sintomi della sterilità sono vari e sono collegati, di volta in volta, alle cause che determinano la mancanza di spermatozoi. Per esempio, si possono presentare il bruciore nel momento della minzione, la pollachiuria (l’emissione di frequente di piccole quantità di urina), o l’espulsione di sangue nello sperma. Altre manifestazioni sintomatologiche tipiche sono la tumefazione che interessa lo scroto, l’orchite e un eiaculato che appare di volume ridotto. Non sempre questi segnali vengono presi in seria considerazione e spesso l’assenza di spermatozoi viene riscontrata soltanto nel momento in cui ci si accorge dell’incapacità di procreare, con una manifesta infertilità.
Esami
La diagnosi della sterilità non avviene esclusivamente attraverso lo spermiogramma, l’esame dello sperma in laboratorio, che è considerato una delle analisi più praticate e che ci fornisce informazioni sul numero e sulla qualità degli spermatozoi. Di solito, dopo aver effettuato un test di sterilità maschile, occorre procedere ad esami più approfonditi, in modo da verificare se realmente sono assenti i gameti maschili e per scoprire di che tipo di azoospermia si tratta.
Questi esami vanno condotti in centri specializzati: viene centrifugato il campione, in modo da far emergere l’eventuale presenza di cellule riproduttive maschili, che possono anche restare nascoste nella conta spermatica. Inoltre viene analizzata l’urina emessa dopo l’eiaculazione, per scoprire se al suo interno ci siano degli spermatozoi.
Rimedi
Per risolvere l’azoospermia ostruttiva, è possibile sottoporsi ad un intervento chirurgico. Si tratta di un’operazione lunga, svolta in anestesia generale, con lo scopo di ripristinare i collegamenti nelle vie di passaggio dello sperma. Non sempre, però, questa soluzione può essere applicata, perché la situazione del paziente deve essere studiata nei dettagli ed è solo un andrologo preparato che può stabilire se sia il caso di ricorrere all’operazione.
Nel caso dell’azoospermia secretiva, si deve verificare se gli spermatozoi siano presenti nel tessuto dei testicoli. In questo modo eventualmente si può procedere al loro recupero. Il tutto avviene attraverso la biopsia testicolare o per mezzo dell’estrazione percutanea di spermatozoi dal testicolo. Queste cellule riproduttive maschili possono essere poi utilizzate in un procedimento di fecondazione assistita.